Le parole che Leonard Cohen scrisse all'amore della sua vita, prima che lei morisse

Chi non crede nel vero amore forse dovrebbe conoscere la storia di Leonard Cohen e Marianne, la donna che gli ispirò i suoi pezzi più famosi. Prima che lei se ne andasse, lui le ha dedicato una lettera che simboleggia quanto certi amori non si esauriscano neppure quando le vite prendono strade diverse.

Nel 2016, con questo post, il mondo è venuto a conoscenza della perdita di uno dei più grandi poeti e musicisti, un artista visionario non meno “Nobel” di un Bob Dylan.

Dopo la morte di Leonard Cohen – a pochi giorni dall’ultimo profetico lavoro You want it darker, che ha a tutti gli effetti il sapore di un testamento spirituale -, profetiche sembrano anche le parole che l’artista aveva scritto proprio quell’estate alla donna amata lungamente, pochi giorni prima della morte di lei.

Ci sono amori che sono come poesia, come musica, tanto sono intensi e appassionati, al punto che, anche quando finiscono, rimangono nella memoria di chi li ha vissuti in prima persona ma anche di chi ne è stato indiretto testimone.

Quella di Leonard Cohen con la sua musa, Marianne Ihlen, è sicuramente una di quelle storie d’amore che ti entrano dentro, e che vorresti aver vissuto: il cantante canadese, vera leggenda della musica folk, l’aveva conosciuta negli anni Sessanta sulla suggestiva isola greca di Hydra, lei era fidanzata con lo scrittore norvegese Axel Jensen, lui con la cantante svedese Lena Måndotter.

Lui la vide nell’unico negozio del paese, e le disse: “Vieni fuori al sole e beviamoci un bicchiere di vino“. Da quel momento si prese cura di lei con così tanta devozione e così tanto sentimento, portandola con sé a vivere a Oslo, da scrivere all’amico poeta, canadese come lui, Irving Layton:

Marianne sembra aver resistito al tempo e mandato in fallimento tutte le donne che ho conosciuto dopo di lei. Ora devo studiare il suo mistero anche qui in mezzo alla neve.

A lei Leonard Cohen si è ispirato per comporre due delle sue canzoni più famose, So long, Marianne, in cui cantava “so long, Marianne, it’s time that we began to laugh and cry and cry and laugh about it all again” [Da così tanto, Marianne, era tempo che cominciassimo a ridere e piangere e piangere e ridere ancora], e Bird on a wire, che, in un passaggio, recita “Come un uccello sul filo elettrico, come un ubriaco in un antico coro di mezzanotte, ho provato a modo mio a esser libero“. E, forse, proprio quel desiderio di libertà ha interrotto d’un tratto l’idillio, senza però intaccare minimamente il sentimento che aveva caratterizzato quel loro amore.

Tanto che, quando Marianne si è ammalata, l’amico comune Jan Christian Mollestad non ha esitato neppure un secondo, e si è messo in comunicazione con Leonard per metterlo al corrente delle gravi condizioni in cui versava la sua musa. Il cantante le ha quindi scritto una lettera densa di emozione, in cui emergeva limpidamente il profondo legame che, ancora a distanza di quarant’anni, esisteva tra i due.

Le persone cambiano e i loro corpi cambiano, ma c’è qualcosa che non cambia mai a proposito dell’amore… Marianne, la donna di ‘So long, Marianne’, quando sento la sua voce al telefono capisco che c’è qualcosa che è rimasto intatto, anche se le vite ci hanno separati… Sento che l’amore non muore mai, e quando c’è un’emozione forte abbastanza da ispirare una canzone a proposito, significa che c’è qualcosa di quell’emozione che è indistruttibile.

Nella struggente lettera di addio alla vecchia amica Cohen scrive:

E allora, Marianne, è arrivato questo tempo in cui siamo entrambi molto vecchi e i nostri corpi cadono a pezzi. Penso che ti seguirò molto presto […]Sai che ti sono così vicino che se allungassi la mano, potresti toccare la mia. E sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza. Ma non c’è bisogno che ti dica più nulla di tutto questo perché sai già tutto. […]Ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza, ma non serve che io ti dica di più poiché lo sai già. Adesso, voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica. Amore infinito. Ci vediamo lungo la strada.

Marianne ha fatto in tempo a leggere le parole scritte dal suo più grande amore, tanto che, come racconta Mollestad, nel passaggio in cui lui scrive di “allungare la mano” lei l’ha allungata per davvero. Ma due giorni dopo ha perso conoscenza, fino a che, il 29 luglio, all’età di 81 anni, la vita ha deciso di abbandonarla.

Chi, nonostante il tempo, la lontananza, le strade parallele intraprese dalle loro esistenze, non l’ha mai abbandonata è stata proprio Leonard: lei ha continuato a rappresentare la sua musa, la sua arte, colei capace di ispirare i suoi capolavori, le sue canzoni più felici e significative, anche se la loro storia si era interrotta. O forse, lo era solo in apparenza, perché dentro, nel cuore, nella parte più intima e segreta dell’anima, loro due hanno continuato ad essere giovani ed innamorati, e lui ad essere quel devoto cavaliere che, aspettandola fuori da quel negozietto di Hydra, le aveva detto “Vieni fuori al sole e beviamoci un bicchiere di vino”.

Tanto che, come nella trama agrodolce di uno dei suoi pezzi, le parole della sua lettera si sono rivelate profetiche: Leonard Cohen se n’è andato, a 82 anni.

 

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