È già passata alla storia (e non poteva essere altrimenti, visti i tanti spunti) la cerimonia di insediamento del quarantaseiesimo presidente degli USA, Joe Biden: dopo lo smacco di Donald Trump, che ha preso un aereo per la Florida mandando l’ex vice, Michael Richard Pence, all’evento, il neo presidente eletto e Kamala Harris, prima vicepresidente donna nella storia americana, hanno tenuto discorsi pieni di significato, ma soprattutto di distensione anche nei confronti degli avversari politici, parlando dell’importanza di recuperare l’unità nel Paese.

Un gesto fondamentale, dopo i disordini del 6 gennaio a Capitol Hill, e un messaggio che la Harris ha tenuto a mettere in evidenza anche nella scelta dell’outfit per la cerimonia.

Anzi, i simbolismi, nel cappotto viola, in coordinato con il pullover, indossato dalla nuova vice presidente, sono più d’uno, ma partiamo proprio dal colore. Duplice il significato della scelta del purple: da un lato, come osservato dalla corrispondente dalla Casa Bianca del New York Times Katie Rogers, il viola è il colore associato al movimento per il voto alle donne negli States, ma anche evocativo de Il colore viola, libro di Alice Walker portato al cinema in una straordinaria versione da Steven Spielberg.

Essendo il risultato della combinazione di blu e rosso, però, che sono i colori di democratici e repubblicani, rispettivamente, il viola simboleggia anche quella volontà di unione manifestata nelle parole di Biden e Harris.

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L’outfit di Kamala Harris è firmato dallo stilista afroamericano emergente John Rogers, molto impegnato nell’attivismo. Al collo dell’ex procuratore distrettuale della California è comparso un filo di perle di W.Rosado, arricchito da diamanti e montato in catene di oro giallo, un gioiello che Harris porta sempre e che, ovviamente, non poteva mancare in questa occasione, e che rappresenta un omaggio alla sorority Alpha Kappa Alpha del college,  ma anche alla prima donna nera eletta al Congresso, Shirley Chisholm, che appunto indossava sempre una collana di perle.

Significative sia la presenza della giudice della Corte Suprema Sonia Sotomayor, primo magistrato di origine latina a sedere nel massimo tribunale USA, sia le Bibbie da essa tenute al momento del giuramento di Kamala: una apparteneva al primo giudice nero Thurgood Marshall, l’altra a Regina Shelton, amica di famiglia della vice presidente, da lei considerata come una seconda madre.

È già memorabile anche il tweet in cui Kamala Harris dice “I’m here today because of the women who came before me”, ovvero “Sono qui grazie alle donne che sono venute prima di me”, elencando tutte quelle donne che, nel passato, hanno lottato per i diritti femminili, ma anche per quelli delle minoranze.

Fortemente simbolica è stata però anche la scelta del cappotto cammello di Pyer Moss, indossato la sera precedente nella cerimonia di commemorazione delle oltre 400 mila vittime del Covid al Lincoln Memoriale di Washington: il brand è dello stilista haitiano Kerby Jean-Raymond, che nelle sue sfilate ha affrontato anche temi scomodi, come la brutalità della polizia. Ma l’uomo ha fatto di più: durante la prima emergenza Covid, a marzo, ha convertito il suo quartier generale di New York trasformandolo in un centro aiuto, ha raccolto donazioni per l’acquisto di guanti e mascherine, e raccolto 50 mila dollari per aiutare le imprese delle minoranze messe in ginocchio dalla crisi sanitaria.

Insomma non c’è stato niente di lasciato al caso nelle scelte della neo vice presidente: sono tutti messaggi molto potenti e ricchi di significato. La curiosità, intorno a Biden e al suo team, così come le speranze, sono davvero enormi.

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