"Cara Giulia, siamo noi uomini a dover cambiare". Le parole di Gino Cecchettin alla figlia nel suo libro

Il papà di Giulia Cecchettin, uccisa a novembre 2023 dall'ex fidanzato Filippo Turetta, ha realizzato un'opera per onorare la memoria della figlia con tutte le parole che avrebbe voluto dire alla "sua bambina".

Gino Cecchettin sarà tra gli ospiti di Fabio Fazio a Che tempo che fa nella puntata che andrà in onda domenica 3 marzo 2024. Questa sarà l’occasione per presentare il suo libro Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia, scritto con lo scrittore Marco Franzoso e pubblicato da Rizzoli, in uscita il 5 marzo, opera realizzata perché lui è convinto che dalla tragedia che lui ha vissuto “possa nascere qualcosa”.  Non a caso, tra i suoi obiettivi ci sarebbe quello di creare una fondazione in memoria della ragazza.

L’uomo era stato già in trasmissione prima di Natale, poco dopo i funerali della figlia, uccisa a novembre dall’ex fidanzato Filippo Turetta, dove aveva sottolineato quanto sia importante per lui evitare di lasciarsi condizionare dal rancore che può emergere in questi casi. “Io voglio amare, non voglio odiare. Adesso mi trovo senza una moglie, senza una figlia e con una possibilità, quella di gridare che tutti dobbiamo fare qualcosa – aveva detto – La violenza sulle donne è un problema molto serio che va risolto. Vorrei dire una cosa ai maschi: vorrei invitarvi a dire ‘Ti amo’ alle compagne e alle mogli. Ditelo, ditelo spesso. Dovete dirlo sempre, fatelo in questo momento”.
Nel testo Gino Cecchettin sottolinea come sia fondamentale fare dei passi in avanti per combattere la disparità tra generi, ancora presente nella società di oggi: “Ora che possiamo vedere meglio le cose è giunto il momento di costruire un’alleanza tra i sessi, anziché consolidare la prevaricazione dell’uno sull’altro. Dobbiamo puntare a una cultura della riconciliazione più che a quella del riscatto. Parto da me – si legge – Mi sento chiamato in causa, in quanto uomo, maschio. E voglio iniziare rispondendo alla domanda: come posso io, proprio in quanto uomo, modificare o, anzi, migliorare le cose? […] Siamo noi uomini i primi a dovere cambiare. E dobbiamo parlare soprattutto a quelli che desiderano il cambiamento e non si sentono più aderenti ai modelli che sono stati trasmessi loro dai padri”. 
Non appena si è saputo della sua intenzione di realizzare un libro a poche settimane dalla morte della figlia non erano mancate le polemiche, Cecchettin ha voluto però chiarire cosa lo abbia spinto a farlo: “Ho scritto questo libro perché vorrei che non succedesse ad altri. E se le mie domande e i miei pensieri dovessero salvare o aiutare anche una sola persona, avrei compiuto qualcosa di importante e utile. Ogni vita ha un valore inestimabile. Che almeno ciò che è capitato a noi serva a qualcosa. A qualcuno. Agli altri. Soprattutto vorrei parlare ai ragazzi. Farli riflettere su ciò che conta davvero, invece che perdersi dietro inutili preoccupazioni di superficie”.
Gino Cecchettin ha deciso poi di rivolgersi anche a chi è genitore come lui, così da aiutarli a capire meglio le situazioni difficili che possono vivere i figli: “Ma vorrei parlare anche ai genitori. Dobbiamo sforzarci di crederci. È l’ultimo pensiero che faccio prima di andare a letto. Ogni sera, tutte le sere. Ogni volta che passo davanti alla porta della tua camera, ancora aperta come l’avevi lasciata tu, mi dico che è quello che tu avresti voluto. Mettere a tacere la rabbia e dare un senso al dolore con quella tua grazia tranquilla che infondevi in tutte le cose. Voglio impararla da te, questa grazia. Voglio farne tesoro, deve diventare il mio faro, la mia luce in queste tenebre. Trovo la forza di resistere e lottare solo se riesco a riportare in vita quanto di bello con la tua innata semplicità mi hai regalato. Quanta gioia hai portato in questa casa fin dal giorno in cui sei arrivata” – ha concluso.
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