I Ris di Parma hanno condotto le analisi sull’auto del 22enne Filippo Turetta, che l’11 novembre 2023 ha ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, 22 anni, prima di fuggire in Germania.

Come riporta il Gazzettino, i Ris di Parma hanno trovato molto sangue nell’auto di Turetta, una Fiat Punto nera. Le tracce di sangue, in particolare, si concentrano sul sedile posteriore dell’auto. Rimane, però, da chiarire l’esatta dinamica del femminicidio. Filippo Turetta, infatti, potrebbe aver aggredito Cecchettin prima di trasportarla in macchina ferita e sanguinante, oppure averla uccisa proprio su quel sedile posteriore. Il 22enne potrebbe anche averla caricata in auto già morta, prima di fuggire verso nord.

L’ipotesi più accreditata per i carabinieri, attualmente, è che Turetta abbia caricato in auto Giulia Cecchettin mentre era ancora viva, per poi infliggerle le coltellate che si sono rivelate fatali proprio sul sedile posteriore dell’auto.

Per accertare l’esatta dinamica, comunque, gli investigatori attendono la cosiddetta “Bpa”, o bloodstain pattern analysis, tecnica che studia la forma ed eventuale traiettoria seguita del sangue, per la cui effettuazione i Ris attendono l’incarico dal pm Paolo Petroni.

Questo esame farà chiarezza su come è stata uccisa Giulia Cecchettin, e permetterà inoltre di rilevare l’azione che ha provocato il sanguinamento e la morte.

I carabinieri effettueranno a breve anche altri esami, come i rilievi su alcuni degli oggetti trovati all’interno della Fiat Punto, tra cui il coltello, lo scotch, i sacchi neri e un telefono.

I nuovi esami potrebbero anche comportare due nuove aggravanti per Turetta: la crudeltà e la premeditazione.

La Fiat Punto, con il quale Turetta è scappato in Germania dopo aver ucciso Giulia Cecchettin prima di essere arrestato dalla polizia tedesca, era arrivata nella sede dei Ris di Parma il 15 dicembre.

Filippo Turetta è detenuto nel carcere veronese di Montorio, indagato per omicidio volontario. Il 22enne è rinchiuso nella sesta sezione, quella dell’infermeria, in cui stato collocato fin dal suo arrivo in Italia, dopo l’arresto in Germania.

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