Quello che, nel dicembre 2022, l’ex atleta Nina Corradini ha fatto crollare è un muro di omertà che a lungo ha protetto gli abusi e i maltrattamenti delle allenatrici della Federginnastica dalla ribalta; un muro che, col passare dei mesi, si è sgretolato sempre più facendo emergere uno scenario sconvolgente, raccontato dalla viva voce delle Farfalle di Desio, adolescenti e bambine di età compresa tra 8 e 22 anni che hanno dichiarato di essere state vittime di violenze psicologiche e fisiche.

Fra loro anche l’ex ginnasta azzurra Carlotta Ferlito, due Olimpiadi alle spalle con un palmarès invidiabile –  un argento nella specialità della trave e un bronzo di squadra europeo, fra gli altri trofei – e la partecipazione al reality di Mtv Ginnaste – Vite parallele, che nel weekend, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, è tornata a parlare degli abusi, spiegando di non aver denunciato subito perché, all’epoca, incontrò molta omertà.

Quando mi confrontavo col mondo esterno mi sentivo sempre meno sicura – ha detto Ferlito, che recentemente ha raccontato anche della malattia degenerativa della madre –  Da lì ho iniziato a non vedermi più, a non mangiare più. Mi sentivo amata e apprezzata solo quando facevo la ginnasta e andavo alle Olimpiadi. Era come se la gente non mi volesse più bene.

Ora che Ferlito ha archiviato quel brutto momento ha capito di dover “decidere come, quando e dove inizia e finisce la mia carriera, essere autonoma, anche scomoda se serve, non obbedire a nessuno. Io ogni giorno cerco di migliorare, proprio come facevo in passato da atleta, solo che oggi lo faccio da persona, da donna. E stavolta lo faccio da sola, senza nessuno che possa decidere per me cosa è giusto e cosa è sbagliato”.

Questo sport non può e non deve essere più fatto di violenze psicologiche e fisiche – ha poi aggiunto – Mi ricordo una volta che è volata una sberla, durante un allenamento. Per fortuna i miei genitori mi sono sempre stati vicini e li ringrazio. Noi siamo piccolissime quando iniziamo l’agonistica. Alla mia prima Olimpiade avevo 17 anni. Quando sei così piccolo non hai ancora la consapevolezza, o il carattere, per reagire.

Tempo fa, durante il monologo a Le Iene in cui per la prima volta aveva parlato degli abusi, disse:

Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione, o essere chiamata ‘maiale” per aver osato mangiare un biscotto in più.

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