Caroline March, paralizzata dopo una caduta da cavallo, ha scelto il suicidio assistito a 31 anni: le sue parole

La donna è morta sabato 23 marzo 2024. Nell’ultimo post Facebook, la spiegazione della sua scelta: "Il suicidio assistito è qualcosa in cui ho sempre creduto, ma non avrei mai immaginato di usufruirne".

Caroline March ha scelto di morire: paralizzata a causa di una lesione spinale dopo una caduta a cavallo, la 31enne ha fatto ricorso al suicidio assistito all’estero in quanto nel suo Paese, il Regno Unito, la pratica è illegale.

In una lunga dichiarazione pubblicata su Facebook, la spiegazione della sua scelta: “Con profonda tristezza annunciamo la dipartita di Caroline avvenuta sabato, 23 marzo 2024. Desiderava lasciare questo ultimo post sperando che possiate capire appieno chi fosse lei veramente e la decisione che ha preso. Per cortesia, leggete il messaggio con mente aperta e siate rispettosi per il bene della sua famiglia e dei suoi amici”, esordiscono quindi i suoi cari nel post.

Non so nemmeno da dove iniziare a scrivere questo. Idealmente, non vorrei dire nulla perché le persone che amo sanno, ma naturalmente tutti sentiranno il bisogno di esprimere la propria opinione”, esordisce quindi Caroline March, campionessa di eventing. “Io non ho mai capito l’ossessione della società per la longevità, e il bisogno di vivere il più a lungo possibile. Un famoso filosofo, Alan Watts, diceva: ‘Preferirei avere una vita breve piena di quello che amo fare, che una lunga vita passata in un modo miserabile’”.

Il suicidio assistito è qualcosa in cui ho sempre creduto e ho sempre detto che se mi fosse successo qualcosa e se fossi stata costretta in una posizione in cui non avrei potuto avere la qualità di vita che volevo, avrei scelto quella strada. Non voglio mentire: non avrei mai immaginato di usufruirne, ma eccoci”, ha quindi continuato.

La donna, caduta da cavallo nel 2022, dice poi di provare rispetto per chi riesce a continuare a vivere dopo tale infortunio, ma che “nessuno può davvero capire quello che sto vivendo. Non è questa l’esistenza che voglio. La vescica e le funzioni intestinali, le funzioni sessuali, l’impossibilità di fare quello che amo… Ho ricevuto tanto amore in questi anni, e vorrei che l’amore potesse ripararmi o rendere tutto sopportabile, ma non può”.

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