“Per una nota trasmissione televisiva stiamo cercando ragazze fra i 20 e i 25 anni che soffrono di disturbi alimentari“.

Recitava così un appello, ora rimosso, pubblicato sui social network da Giada Massara, che si occupa di casting per una casa di produzione. L’annuncio non è ovviamente passato inosservato, soprattutto perché, attraverso una delle tante ragazze che lo ha visto, è arrivato nelle mani della regista, autrice e giornalista Maruska Albertazzi, che da anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare ed è attivista del Movimento Lilla.

Io non credo serva essere geni per capire che non puoi fare i cavoli di casting per cercare ragazze malate di DCA – scrive Albertazzi nella caption che accompagna il reel pubblicato sul suo profilo Instagram  – Che così facendo non fai che nutrire la malattia e renderla desiderabile. Che rendere glamour i DCA è un ERRORE GIGANTESCO.

Il video-casting, come detto, non è più disponibile sui social, ma ciò non rende meno grave il fatto che una trasmissione televisiva decisamente popolare abbia pensato di rivolgere un simile appello, rendendo, come sottolinea Albertazzi, il soffrire di DCA una caratteristica appetibile.

Se con la stessa scioltezza avessero cercato ‘persone col cancro al pancreas’, questo sarebbe saltato subito all’occhio – ha affermato la regista in un’intervista per la sezione bolognese di Repubblica, sottolineando i motivi per cui il casting è da considerarsi fuori luogo e pericoloso – Principalmente perché dimostri alle persone anoressiche che la loro malattia è molto utile. Questo va a stimolare la componente narcisistica che, è noto, è presente nei disturbi alimentari. L’anoressia è detta infatti egosintonica, ovvero è percepita come una cosa funzionale (a differenza della depressione che è distonica). Inoltre è gravissimo il riferimento alla ‘caratteristica’: l’anoressia non è una caratteristica delle persone, è una malattia“.

Rispetto alla gravità dell’invitare persone anoressiche a interpretare il proprio vissuto, Maruska Albertazzi chiarisce:

[…] col casting si selezionano persone che non sono attrici di professione, e fai interpretare loro un ruolo che coincide con la loro malattia. Si fa un’operazione psicologica. L’interpretazione della malattia può essere usata nella terapia, ma in un contesto completamente diverso rispetto a uno studio tv, in un ambiente protetto, e sotto la guida di psicologi e psichiatri. Oltretutto il non avere alle spalle una preparazione attoriale impedisce di avere quei meccanismi di difesa che qui sono necessari, perché si va a rivivere tutto il proprio vissuto della malattia.

Con una conseguenza, altrettanto pericolosa:

Se viene selezionata la ragazza che ha i segni fisici più evidenti, le altre possono ritenere di essere state giudicate non sufficientemente malate. Sarebbe pericolosissimo per chi già quotidianamente vive il confronto sulla propria malattia. È un rinforzo allucinante della malattia stessa.

Nelle sue storie, pubblicate sempre su Instagram, Maruska Albertazzi ha poi rivelato qualche particolare in più:

Voi sapete che Forum spesso ingaggia attori per rappresentare le cause, però loro preferiscono prendere persone che hanno un vissuto simile del contendente. Magari ci va la persona che ha scritto, ma il contendente non è quello reale. In questo caso cercano persone malate di disturbi alimentari che interpretino una persona malata di disturbi alimentari. Ora, ma io dico, come cavolo fai a fare un casting per persone malate di disturbi alimentari che le interpretino. Cioè, come puoi non capire che può essere una cosa traumatica, tragica, e che possa creare un grosso problema psicologico alla persona che partecipa.

Dopo la denuncia di Albertazzi, partita proprio perché una ragazza le ha inviato il video dell’appello chiedendole se lo trovasse serio, una persona del Movimento Lilla, Agnese Bonomo, ha contattato la rete televisiva in questione, che ha spiegato di non essere a conoscenza dell’iniziativa, in quanto gestita da una società di produzione esterna a Mediaset. Nel frattempo, però, alla mail indicata nel casting erano già piovuti decine di messaggi di dissenso da parte di genitori o di persone, guarite o malate, tanto che alla fine il post con l’appello è stato rimosso.

Albertazzi ha inoltre fatto sapere che la persona che compare nel video l’ha contattata per esprimere il proprio dispiacere e per dichiarare di essere stata fraintesa.

Ma cosa c’era da fraintendere? – replica Albertazzi a Repubblica – Io posso credere alla buona fede, ma è una questione di sciatteria. Come puoi non renderti conto di quello che stai facendo?

 

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