Quelle parole di Chiara Gualzetti, uccisa a 16 anni da un coetaneo
La casa di Chiara Gualzetti diventerà un luogo sicuro per le donne maltrattate; è questo quello che vogliono i genitori della ragazzina massacrata da un coetaneo.
La casa di Chiara Gualzetti diventerà un luogo sicuro per le donne maltrattate; è questo quello che vogliono i genitori della ragazzina massacrata da un coetaneo.
La casa di Chiara Gualzetti diventerà un luogo di accoglienza per le donne maltrattate; è quello che Vincenzo e Giusi, i genitori della ragazza massacrata da un coetaneo, che il 29 luglio avrebbe compiuto 16 anni, hanno deciso di fare con la loro abitazione.
Ormai questa casa non ha più senso. Era per Chiara. Era progettata per lei. Ora dobbiamo sistemarla e in futuro pensiamo di rivolgerci a qualcuno in modo da aiutare le donne in difficoltà.
L’associazione creata da mamma e papà si chiama L’arco di Chiara, perché la ragazzina aveva una vera passione per questo sport; il progetto è stato presentato nel parco dell’Abbazia, a qualche decina di metri dal lugoo in cui Chiara è stata uccisa, il 30 luglio, simbolicamente il giorno dopo il suo compleanno.
Il progetto potrebbe essere esteso anche alle scuole, per fare educazione sui danni del cyberbullismo, di cui Chiara era vittima, e per informare anche gli adulti sul comportamento dei figli quando sono online.
Sono agghiaccianti i primi dettagli che arrivano dalla confessione del coetaneo che, domenica 27, ha massacrato a coltellate e calci in faccia Chiara Gualzetti, ritrovata a pochi passi da casa, a Monteveglio, nel bolognese.
Di fronte alla procuratrice del tribunale per i minori di Bologna Silvia Marzocchi, il ragazzino, un coetaneo di Chiara, ha raccontato con una lucidità spaventosa di averle dato appuntamento via chat, arrivando con un coltello preso dalla cucina di casa infilato nello zaino. Dopo aver ucciso Chiara, il suo unico pensiero è stato andare al mare con gli amici. Non è sembrato esserci il minimo accenno di rimorso o di pentimento, come racconta il Corriere, per la sorte atroce riservata a quella ragazzina che descriveva come “depressa, fastidiosa”, una “che si accollava”.
Ha approfittato del grande ascendente che aveva su Chiara per attirarla nella sua trappola; la nonna del ragazzo, alla psicologa, aveva talvolta riferito che il nipote parlava di Samael, l’angelo della morte. E proprio di questo avrebbe parlato anche alla procuratrice, spiegando con freddezza che “tanto Chiara si voleva uccidere, me lo aveva detto”.
Da tanto tempo parlo con Samael, l’angelo del giudizio. L’ho anche visto; un uomo alto, di fuoco. Sento dentro una voce che mi costringe a fare cose sempre più cattive.
Per far capire meglio agli inquirenti, il ragazzo avrebbe spiegato che il demone è simile a quello di Lucifer, la famosa serie Netflix. Dopo aver massacrato Chiara è tornato tranquillamente a casa, ha lavato il sangue dal coltello rimettendolo a posto, si è tolto i vestiti insanguinati e li ha lasciati in camera, prima di uscire per una domenica di divertimento con gli amici. Una crudeltà davvero impressionante, amplificata dal fatto che stiamo parlando di un ragazzo di appena sedici anni.
I primi sospetti su di lui sono caduti quando, domenica pomeriggio, i carabinieri dei Borgo Panigale hanno convocato in caserma gli amici di Chiara per conoscere gli ultimi scambi di messaggi o il grado di amicizia che li legava alla ragazza; lui è stato l’unico a dire che, non si sa come, aveva cancellato per errore le chat di Instagram e WhatsApp con lei.
Un dettaglio che non è sfuggito agli inquirenti, e al comandante della compagnia, Riccardo Angeletti, che ha fatto sequestrare il telefono del ragazzo; proprio nello stesso momento, Vincenzo e Giusi, genitori di Chiara, accedevano al telefono della figlia, scoprendo con quanta insistenza lui chiedesse alla ragazza di vedersi. Si leggono scambi come
Se mi uccidessi non mancherei a nessuno.
Ti do una mano io se proprio vuoi.
Fra le chat di lui anche il messaggio mandato a un’amica lunedì sera:
Ho ucciso Chiara.
Lei è corsa subito a dirlo ai genitori, proprio mentre il corpo della povera Chiara veniva ritrovato. A un parente, invece, l’assassino aveva detto pochi giorni prima: “Domenica ucciderò una ragazza”.
Non è stato preso sul serio.
Le speranze, per Vincenzo e Giusi, si sono infrante alle sedici di ieri pomeriggio, quando, sotto il sole rovente, il corpo senza vita della loro bambina, Chiara Gualzetti, è stato ritrovato sulla cima di un’altura nel parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, sui colli del Bolognese, a una manciata di metri da casa, così vicina eppure lontana dai genitori che, disperati, la cercavano da domenica mattina.
Chiara, che avrebbe compiuto 16 anni entro pochi giorni, era scomparsa attorno alle 9 di domenica mattina senza dare più notizie, e nel primo pomeriggio mamma e papà hanno allertato i carabinieri, che subito hanno dato il via alle ricerche. Proprio il secondo turno di ricerche, cominciato da appena un’ora, ha permesso di recuperare il corpo della povera ragazzina, che presentava ferite di armi da taglio sparse e lividi, come se fosse stata picchiata.
Il suo assassino ha già un volto e un nome: è un coetaneo, che Chiara frequentava da qualche tempo e di cui anche la famiglia era a conoscenza. Interrogato in caserma a Bazzano, dopo aver tentato di sviare i sospetti spiegando che Chiara avrebbe dovuto vedersi con qualcuno conosciuto sui social, alla fine è crollato, confessando il suo omicidio. Il provvedimento di fermo nei suoi confronti è stato eseguito alle 4.30 dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Borgo Panigale e del nucleo investigativo del comando provinciale e, su disposizione del pm della Procura per i minorenni Simone Purgato, il ragazzo è stato condotto in un centro di giustizia minorile, in attesa che il Gip del tribunale per i minorenni di Bologna convalidi il fermo.
Oltre alla confessione, ci sarebbero altri elementi a suo carico che avrebbero indotto le autorità a emettere il provvedimento; i due, come sarebbe emerso dalle sue dichiarazioni, si conoscevano ma non avrebbero avuto una relazione sentimentale, e per questo al vaglio degli inquirenti ci sono al momento le chat fra i due, per tentare di stabilire anche un movente che, al momento, è ignoto.
“Il mio assistito è molto scosso e si è messo a piena disposizione – ha detto all’Ansa l’avvocata di fiducia del sedicenne, Tania Fonzari – Capiamo il dolore della famiglia. Che è il dolore di due famiglie”.
Dopo aver appreso la notizia i genitori di Chiara hanno pubblicato poche parole sulla loro pagina Facebook.
Chiara invece, che da un paio di anni frequentava la compagnia degli “Arcieri del Melograno”, sui social mostrava molto della sua vita e delle sue passioni, dalla musica agli animali, ma non mancava di toccare qualche momento di malinconia, come questo.
Mi dicono che ho un bel corpo, mi dicono che sono intelligente e bella… E va sempre a finire che quando lo dicono, lo dicono per approfittarsi del mio corpo o della mia intelligenza… Oppure spariscono perché si stancano dei provare a usare il mio corpo e si stancano della mia intelligenza.
E poi ancora, si leggono frasi come
Sii forte, perché viviamo in un mondo di predatori, non ci penseranno due volte prima di approfittarsi delle tue debolezze.
C’è anche un post in cui Chiara pubblica lo screenshot di insulti ricevuti e parla di “errori” commessi, di “nemici”, e di volersi fare una vita. Parole davvero molto forti, per un’adolescente.
Da piccola ero una persona ingenua… Ho fatto tanti errori nella vita lo so… Probabilmente non ho ancora una reputazione… E in compenso ho tanti nemici… Però sto cercando di farmi una vita… Speravo che con l’inizio delle superiori potessi rifarmi una vita con tanti amici e persone che mi vogliono bene… Come iniziai a fare alla fine delle medie… Non credevo che i miei vecchi errori un giorno mi avrebbero rovinata… Sono stata stupida… Ma ciò non vuole dire che… Possano continuare a rovinarmi… So che può essere divertente prendere in giro chi è più debole… Mah… Giocare con la vita degli altri… È pericoloso… Soprattutto se si gioca con una persona come me… Perché sto affrontando i problemi della vita ma non mi sento abbastanza forte per… Continuare ad affrontare voi… Che mi tormentate da anni con le prese in giro…
Nelle sue parole emerge davvero un profondo malessere, che sembra andare più in là di quelle sensazioni di disagio e di senso di inadeguatezza che spesso i giovanissimi provano, incapaci di trovare ancora un proprio posto nel mondo. Certo le frasi di Chiara, oggi, alla luce di quanto le è capitato, assumono un senso e un valore del tutto diversi, che rendono ancora più amara tutta la sua storia, ma il movente alla base dell’omicidio resta ancora da chiarire.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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