Chiara Meoni, figlia di Fabrizio, compianto campione motociclistico, se n’è andata a 18 anni a causa di un male incurabile. Ma dalla sua giovinezza, dalla sua forza e dal suo spirito ci giungono delle parole incredibili, che ci commuovono ma al tempo stesso ci aiutano ad andare avanti.

Perché di fronte alla morte di una ragazza così giovane potremmo finire per interrogarci su tutto: sul significato della vita, sull’esistenza di un Grande Architetto, sulla giustizia cosmologica. Chiara aveva una risposta, che è stata stampata sul retro delle sue pagelline-ricordo, le foto dei cari defunti che ci vengono date a un funerale, come riporta La Nazione:

Non mollate mai, vivete con il sorriso per raggiungere i vostri sogni. Io l’ho fatto, tenetemi d’esempio e nel cuore.

C’erano tante persone al funerale di Chiara Meoni a Castiglion Fiorentino, oltre mille scrive InSella. Non mancavano i famigliari, mamma Elena e il fratello di Chiara, Gioele, ma soprattutto tanti giovanissimi, amici e compagni di scuola, per l’ultimo saluto a un’anima bella che si porteranno sempre nel cuore. Un volo di palloncini ha salutato la salma, e poi una lanterna in carta di riso lanciata dal fidanzato Matteo, e ancora fiori, lacrime, parole e ricordi. In primis quello di Elena, che ora resta sola con Gioele a gestire la fondazione onlus “Fabrizio Meoni” che si occupa di azioni benefiche in Africa, in particolare in Senegal.

Un figlio cresce con te – ha detto Elena – lo porti in pancia nove mesi e pensi che sarà lui a portarti al cimitero e invece…

E anche un gruppo di centauri ha fatto rombare le moto per omaggiare Chiara. Sono amici e fan di papà Fabrizio, morto l’11 gennaio 2005 mentre si trovata in Mauritania, a Kiffa. L’atleta si trovava lì per disputare la Dakar, che aveva vinto già due volte in passato. Ora padre e figlia saranno di nuovo insieme, uniti per l’eternità nella tomba di famiglia, mentre ai vivi nel mondo lasciano un’enorme eredità d’affetti.

Chiara Meoni era rientrata da poco a casa. Frequentava la scuola in Dad, non solo per la pandemia di coronavirus, ma anche perché è stata molto tempo ricoverata al Meyer di Firenze per lottare contro la sua malattia. Avrebbe dovuto frequentare la quinta classe del liceo linguistico di Castiglion Fiorentino, dove compagni e insegnanti sono ancora increduli e decisamente amareggiati. Purtroppo non si diplomerà, ma in questi anni i prof parlano di lei come di un’alunna curiosa, caparbia nell’apprendimento, molto diligente, oltre che gentile e rispettosa.

Avrò l’onere di entrare alla prima ora in classe sua, per la prima volta senza di lei – ha raccontato al Corriere di Arezzo un suo insegnante, Andrea Pietropaolo – Credo che sarà l’ora più difficile della mia carriera di insegnante. Il 27 aprile la interrogai in fisica. Prese un bellissimo voto, come al solito, perché era una ragazza intelligentissima e studiosa. Ebbe solo un’unica  indecisione in quella interrogazione e mi disse: “Mi scusi prof sono un po’ arrugginita!”. Lo era per le tante sofferenze che il male le aveva creato e che avevano fatto sì che mancasse per tanto tempo da scuola.

Come succede sempre in questi casi, molti si sono uniti al cordoglio social, a partire dalle autorità cittadine. Tutti si spendono in elogi di Chiara Meoni, com’è normale che sia. La 18enne è stata una guerriera, ma anche se ha perso la sua battaglia più importante è il suo valore che resterà ai posteri.

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