Matteo Valdambrini, studente universitario di economia aziendale, 24 anni, originario di Montemurlo, in provincia di Prato, rischia 12 anni di carcere, accusato di diverse aggressioni a stupri a donne della zona.

Il ragazzo mordeva e abusava delle sue vittime, dicendo che le sue azioni erano parte di un disegno più grande, e che lo faceva “in nome del diavolo”. “Ho bisogno di nutrirmi di corpi. Io salverò il mondo”, aveva detto agli inquirenti, dopo essere stato arrestato.

A denunciare il 24enne era stata una ragazza: i genitori avevano notato che andava spesso a camminare nei boschi di Prato per poi tornare con strani segni sul corpo e il suo comportamento risultava preoccupante. La vittima si era quindi rivolta all’Onap, Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici, appoggiata dai genitori.

Arrestato nel 2020, in primo grado Matteo Valdambrini era stato condannato a 6 anni per 5 episodi di violenza sessuale e assolto dal reato di riduzione in schiavitù, ma ieri, a Firenze, è arrivata la richiesta del raddoppio della pena da parte della procura generale, che ha contestato, oltre alla violenza sessuale, anche l’accusa di riduzione in schiavitù.

Il 24enne si presentava come Omen, “il diavolo”, diceva di avere poteri soprannaturali, e aveva raccolto attorno a sé anche diversi discepoli.

Nel 2015, come riporta la stampa, quando aveva solo 16 anni, ha fondato la sua presunta setta satanica che consisteva in macabri riti d’iniziazione che si svolgevano dentro l’ex ospedale psichiatrico Banti di Firenze, a villa Sbertoli a Pistoia oppure nell’ex cementificio di Prato.

Stando alle accuse, Matteo Valdambrini si professava anche guaritore dei problemi sessuali dei suoi discepoli, e per fargli vincere il “blocco” imponeva loro rapporti sessuali. La cerimonia prevedeva anche il “rito del morso del vampiro” prima dello stupro: Valdambrini “marchiava” i suoi adepti mordendoli sul braccio.

Valdambrini aveva anche una falsa identità su Whatsapp, dove manipolava e molestava le sue vittime: il ragazzo chiedeva foto intime facendo credere che a visualizzare le foto non fosse lui ma una entità cibernetica chiamata “Hydra”, quella che lui definiva una sorta di computer con una intelligenza artificiale capace di “riconoscere e ricostruire la loro vera essenza”.

Le ragazzine che sono state sue vittime negli anni sarebbero almeno una decina. Inoltre, sarebbero stati 13 gli adolescenti ad accusarlo, ma lo studente era stato condannato solo per 5 di quelle accuse, costretto a risarcire le vittime.

La prossima udienza per Valdambrini è fissata per il prossimo 24 maggio al Tribunale di Firenze.

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