Chimpanzini Bananini e i meme spegni cervello: cos’è l’Italian Brainrot

Chimpanzini Bananini, Bombardilo Crocodillo, Ballerina Cappuccina: sono alcuni dei personaggi di Italian Brainrot, il nuovo fenomeno viralie su TikTok.

Nella primavera del 2025 sui social networkTikTok in particolare – hanno attirato particolare attenzione dei bizzarri meme che avevano iniziato a diffondersi nei mesi precedenti: si tratta di un fenomeno chiamato Italian Brainrot, che consiste in un insieme di insoliti personaggi, spesso accompagnati da contenuti molto volgari. O almeno questo è quel che è in superficie. Se si va in profondità, c’è dell’altro.

Cos’è l’Italian Brainrot e perché se ne parla ora

Brainrot è una parola di origine anglofona, che agglutina “brain” e “rot”, ovvero “marciume cerebrale”. Il termine viene accostato a “Italian”, perché si suppone che questo tipo di contenuti abbia origine italiana: impossibile dirlo con certezza, dato che gli strani personaggi che affollano questo universo abbiano una genesi completamente anonima, ma i loro nomi sono dei giochi di parole in commistioni tra italiano maccheronico e altre lingue come l’inglese. Per esempio Bombomibini Gusini, che è un’oca (da “goose”, oca in inglese) o Bombardino Crocodilo (perché in inglese coccodrillo si dice “crocodile”).

Come accennavamo, l’origine di questi meme è anonima e quindi sconosciuta. I personaggi sono stati creati, verosimilmente, da utenti differenti attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il risultato è assolutamente surreale, ma non si tratta di un surrealismo colto come quello che va dai quadri di René Magritte, passa per Un Chien Andalou di Luis Buñuel, e giunge alle illustrazioni del designer ungherese contemporaneo David Szauder: il surrealismo che Italian Brainrot suggerisce è “facile”, spensierato e a tratti decisamente offensivo. Forse tanto successo è legato a un elemento di nostalgia, ovvero il bisogno degli utenti di rilassare la mente senza pensare che in ciò che guarda ci sia un sottotesto.

I personaggi cult: dai Chimpanzini Bananini al Bombardino Crocodilo

I personaggi più celebri dell’universo di Italian Brainrot sono:

  • Chimpanzini Bananini, un grosso primate con il corpo di banana;
  • Trallalero Trallalà, è probabilmente il primo meme-avatar nato all’interno del fenomeno, e consiste in uno squalo con i piedi che calza delle sneakers Nike;
  • Brr Brr Patapim, è una sorta di fiabesco albero con radici intrecciate al posto delle gambe;
  • Bombombini Gusini, un’oca dedita ad azioni di guerra aerea, perché incrociata con un velivolo per questa funzione;
  • Ballerina Cappuccina, si tratta di una ballerina classica con al posto della testa un tazzone da cappuccino;
  • Cappuccino Assassino, è un altro cappuccino, ma stavolta la testa è una mug usa e getta a portar via, mentre il corpo è quello di un guerriero asiatico con katane;
  • Tung Tung Tung Sahur, è l’unico personaggio con una genesi indonesiana, ed è composto da una grande mazza, che tiene in mano una tazza più piccola, e la sua faccia ha un’espressione davvero inquietante;
  • Bombardino Crocodilo, è un essere metà coccodrillo e metà bombardiere e, come Bombombini Gusini, è dedito alla guerra.

Difficile prendere in considerazione un solo aspetto sul perché il fenomeno abbia tanto successo. Sicuramente questi personaggi sono immediati da comprendere e lo sono in tutte le lingue del mondo: a un parlante non italiano non interessa andare a fondo su questi temi (esattamente come all’italiano), ma godersi il suo momento di sospensione dell’incredulità. Ciò che è surreale attira storicamente dai tempi più antichi, basti pensare ai personaggi della mitologia greca o romana, come Eros, Priapo o tutte le metamorfosi che molti personaggi mitologici subiscono loro malgrado o elevandosi in trasfigurazione. In più il tutto è accompagnato da storie e doppiaggi nonsense, un’estetica dell’assurdo e una creatività selvaggia che può moltiplicarsi potenzialmente all’infinito.

Un universo senza senso (o forse no): tra intrattenimento e critica culturale

Possiamo solo ipotizzare cosa abbia spinto a creare i personaggi di Italian Brainrot o cosa spinga le persone a fruirli. Forse siamo giunti a un punto di saturazione dei contenuti: mentre i social media manager di tutto il mondo si scervellano per evitare che il processo di enshittification – che prima o poi sembra colpire tutte le piattaforme – penalizzi i brand che stanno seguendo, sono i brand stessi, talvolta a servirsi di Italian Brainrot, cavalcando l’ondata. Noia e disillusione sembrano permeare questi meme, ma forse sono solo il riflesso degli utenti social sempre più insoddisfatti e alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Sicuramente il fatto di avere a disposizione vari strumenti, anche gratuiti, di intelligenza artificiale generativa aiuta e mette lo strumento creativo nelle mani di ogni persona, anche di chi la creatività non ce l’ha di suo. Però c’è un grande però. Se uno strumento è disponibile, non è detto che dobbiamo usarlo per qualunque cosa: ricordiamoci di cosa facevamo quando è nato Facebook, quanti aggiornamenti inutili abbiamo postato, il tempo perso a giocare a Farmville o altro. Questa può essere un’altra di quelle cose senza senso che facciamo sui social: una volta ogni tanto, per svuotare la mente, ci può pure stare, ma soccombere alle tendenze, pubblicando contenuti di scarsa qualità non è il miglior biglietto di presentazione. Perché, come racconta David Fincher nel film The Social Network, su internet non si scrive a matita.

Come reagisce il pubblico: addiction, meme-loop e autocoscienza ironica

Ci sono diverse ragioni per cui non riusciamo a smettere di guardare questi video. Da un lato è l’algoritmo che ci aiuta: ogni volta che guardiamo fino alla fine uno di questi filmati, l’algoritmo “pensa” che può proporci più contenuti di questo tipo, e ce li propone, innescando una specie di loop infinito basato sulle nostre preferenze.dall’altra parte potremmo anche sviluppare una sorta di dipendenza, incuriositi da possibili contenuti diversificati sempre a tema Italian Brainrot. È un modo in cui il cervello si spegne con stile: stacchiamo la spina con contenuti leggeri, leggerissimi, quasi vuoti.

Brainrot, ma italiano: perché proprio noi?

Non conosciamo la ragione del perché il Brainrot sia proprio in italiano, o meglio italiano maccheronico. È probabile che i primi utenti creatori di contenuti fossero italiani, oppure che questi utenti subissero il fascino dei cliché sull’Italia, spaghetti, cappuccino e così via. Questi agglomerati ibridi ci fanno ridere perché ridondanti o unione di contrari: sono quello che non ci si aspetta, o forse proprio quello che ci si aspetta, una sorta di ritratto caricaturale attraverso personaggi semplici, bidimensionali, senza profondità. Il fenomeno consiste in un ritorno del nonsense come forma di resistenza post-cinica: un tempo questa forma di comunicazione serviva a rappresentare uno scopo educativo (vedi Pierino il Porcospino), ma oggi è un divertimento semplice, che mette tutti sullo stesso piano e che ci fa sorridere senza approfondimenti, sebbene su qualche contenuto particolarmente violento ci sarebbe tutto un retroterra da analizzare.

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