Le ultime parole di Cloe Bianco, professoressa trans, prima di darsi fuoco

In un post datato 10 giugno 2022, l'ex professoressa trans ha descritto la sua una "libera morte". Il suo corpo è stato ritrovato sabato 11 giugno 2022, in un furgone incendiato a lato della strada regionale tra Auronzo e Misurina (Belluno).

Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte“, si legge sul blog di Cloe Bianco, in un post (qui il link) datato 10 giugno 2022, in cui compaiono anche le sue volontà testamentarie. Il corpo dell’ex professoressa trans, che ha scelto di porre fine alla sua esistenza, è stato ritrovato sabato 11 giugno, in un furgone incendiato (che usava come abitazione) a lato della strada regionale tra Auronzo e Misurina (Belluno). Manca solo il risultato dell’esame sul Dna per chiudere formalmente questa vicenda, ma ci sarebbero pochi dobbi.

Il testo sul sito continua:

In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto.

Secondo quanto ricostruito, sarebbe stata la stessa Cloe Bianco a dar fuoco al veicolo in cui viveva. La sua è stata una vita fatta di sofferenza e pregiudizi, che l’avevano allontanata mano a mano da tutto: dalle relazioni sociali e dal lavoro.

Nel 2015, infatti, quando insegnava ancora presso l’istituto di Agraria “Scarpa-Mattei” di San Donà di Piave, Cloe Bianco aveva deciso di fare coming out con i suoi studenti. “Cari ragazzi, da oggi mi chiamerete Cloe“, aveva esordito un giorno, entrando in classe con abiti femminili e mostrandosi per come realmente si sentiva.

Una ragazza era uscita dall’aula piangendo e una volta a casa aveva riferito tutto al padre, che ha scritto direttamente all’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, la quale in seguito si era mostrata solidale con il genitore.

Ma davvero  la scuola si è ridotta così?

Era stato il commento dell’assessore.

Anche in questa occasione Cloe Bianco era stata sconfitta: il presidente del tribunale del lavoro di Venezia, pur “senza voler criticare una ‘legittima scelta identitaria’, sognata da Bianco dall’età di 5 anni“, aveva stabilito che la sospensione di tre giorni inflittale dalla scuola “era stata giusta“, perché il comportamento dell’insegnante non sarebbe stato “responsabile e corretto” nei confronti degli alunni, che non erano sufficientemente preparati.

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