É capitato certamente a molte donne, e magari anche più di una volta, di avere mestruazioni dolorose (lo sa bene, ad esempio, chi soffre di endometriosi), al punto tale da risultare invalidanti e rendere difficile fare molte azioni. Assentarsi dal proprio lavoro, però, per molte è quasi impossibile se non si vuole andare incontro a problemi con un superiore. In Spagna hanno però pensato a chi si trova in questa situazione e hanno introdotto un vero e proprio congedo mestruale.

É infatti arrivato il primo via libera al disegno di legge che dimostra di avere un’attenzione particolare per chi soffre di questo problema, che in molti casi si verifica praticamente ogni mese. Ora spetta al Senato dare l’ok definitivo. Se questo dovesse accadere, sarebbe la prima volta che un Paese europeo arriva ad approvare una misura simile: il congedo mestruale è infatti già una realtà come Giappone, Indonesia e Zambia.

Chi dovesse averne l’esigenza, secondo quanto riporta il quotidiano iberico El Pais, potrà quindi usufruire di tre giorni al mese di permesso a condizione di presentare un certificato firmato dal proprio medico di fiducia. In caso di mestruazioni invalidanti, il numero di giorni può anche arrivare a cinque (sono in tante, infatti, ad avere un ciclo lungo e abbondante).

Il provvedimento è stato fortemente voluto dal partito di sinistra radicale Podemos. Non sono mancati però gli oppositori: è il caso, ad esempio, del sindacato Ugt, quello che appoggia il maggior numero di lavoratori, oltre che del Partito Socialista, che costituisce la maggioranza al governo. I sindacati, in modo particolare, temono che una norma come questa possa essere un deterrente per molti imprenditori all’assunzione di lavoratori di sesso femminile ben sapendo che può esserci il rischio che possano assentarsi frequentemente.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il centrodestra, che si trova all’opposizione, che non ha nascosto di temere un “effetto boomerang“. Le donne lavoratrici, infatti, potrebbero a loro dire, andare incontro a “emarginazione, stigmatizzazione e conseguenze negative sul posto di lavoro”, secondo quanto affermato dalla deputata Maria Gonzalz Vazquez.

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