Come riporta il Guardian, a Londra è stata avviata un’indagine per far luce sul comportamento dell’ospedale Lewisham, che non avendo letti disponibili ha costretto Laura Brody a partorire da sola, a casa sua, e il personale del pronto soccorso si è poi rifiutato di prendere i resti del bambino.

Laura Brody e il suo partner, Lawrence White, entrambi 39 anni, erano stati rimandati a casa dall’University Hospital Lewisham dopo che gli era stato detto che avrebbero dovuto aspettare sette giorni per un letto in sala parto, quando hanno scoperto che il bambino non aveva più battito cardiaco. Brody, che aveva già avuto un aborto spontaneo in passato, ha detto alla stampa che le era stato “esplicitamente” detto dal personale dell’ospedale che non c’era possibilità che partorisse il suo bambino a casa, da sola, senza il controllo medico.

Brody, però, al quarto mese di gravidanza, ha dovuto partorire il bambino poche ore dopo nel bagno di casa sua. La coppia ha subito chiamato il 999 per i soccorsi medici, ma gli operatori hanno detto loro che non era un’emergenza.

La coppia ha quindi avvolto i resti del loro bambino in un panno umido e li hanno messi in un contenitore di plastica. Una volta al pronto soccorso hanno chiesto se i resti del bambino potevano essere portati all’obitorio, ma lo staff medico ha detto loro che non avevano i documenti corretti.

Lawrene White si è visto allora costretto a tornare a casa e conservare i resti del bambino in frigorifero mentre la compagna, Brody, veniva sottoposta a un’intervento per rimuovere la placenta.

Nessuno vorrebbe che i resti del proprio bambino finissero in una scatola di Tupperware“, ha detto Brody al Guardian, a due mesi dell’accaduto, definendo la sua esperienza come “grottesca”. “Hanno detto che non avevamo le scartoffie per portare i resti all’obitorio. Cosa che abbiamo trovato straordinaria, perché era ridicolo aspettarsi che qualcuno che aveva appena partorito in casa evochi improvvisamente scartoffie “, ha aggiunto.

White, che ha portato i resti di suo figlio a casa in taxi e ha messo i resti nel frigorifero, ha detto alla BBC che è stato “un momento solitario e surreale liberare spazio nel mio frigorifero“.

Il caso ha sollevato preoccupazioni tra gli attivisti che sostengono che le cure per l’aborto spontaneo devono avere la giusta priorità all’interno degli ospedali, come riporta la stampa.

In una dichiarazione alla BBC, Lewisham e Greenwich NHS Trust hanno dichiarato: “Siamo profondamente dispiaciuti e porgiamo le nostre più sincere condoglianze alla signora Brody e al suo partner… È in corso un’indagine completa per capire dove potrebbero essersi verificati guasti nelle cure in modo da poter apportare tutte le modifiche e i miglioramenti necessari“.

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