Sempre più regioni italiane stanno dando il via libera ai test sierologici da effettuare presso laboratori privati da parte di privati cittadini. Poche ore fa la Regione Piemonte e l’Emilia Romagna hanno dato l’ok in tal senso.

Pochi giorni fa era arrivato l’assenso anche da parte della Regione Lazio. In Lombardia, con ogni probabilità, si partirà dall’inizio della settimana prossima. In Campania ne sono disponibili 350mila.

Sono passati due mesi dall’inizio del lockdown. Le notizie a disposizione della comunità scientifica e delle persone informate sono sempre di più. Appare certo che il virus circolasse in Italia ben prima di febbraio, quando a Codogno furono accertati i primi casi di cittadini italiani positivi al coronavirus. Per cui appare altrettanto certo che ci siano migliaia di nostri connazionali che hanno contratto il virus in forma lieve e sono guariti.

Il test sierologico, di fatto, serve proprio a questo: a stabilire se l’organismo abbia prodotto gli anticorpi necessari a combattere il COVID-19. Più precisamente un’elevata presenza di anticorpi IgM indica che il COVID si è appena insediato nell’organismo; mentre molti IgG indicano una presenza nell’organismo da più tempo.

È importante specificare che chi volesse conoscere l’eventuale positività al virus deve comunque effettuare un tampone. I tamponi, però, sono una “esclusiva” delle persone con sintomi e sono gestiti dal sistema sanitario nazionale, dunque non sono pagamento.

Mentre chi vuole effettuare il test sierologico dovrà pagare di tasca propria. Sui prezzi non ci sono indicazioni chiare, trattandosi di libero mercato. La Regione Lazio, tuttavia, ha stabilito che il prezzo debba oscillare tra i 25 e i 45 euro. In Piemonte non sono stati imposti limiti ma il Movimento 5 Stelle ha assicurato che vigilerà affinché nessuno speculi.

In sintesi il test sierologico serve ad “orientarsi”: se dovesse risultare positivo, allora è probabile che la persona in questione abbia contratto il coronavirus in passato o sia ancora positiva. Per questo, spesso, le persone positive al test si sottopongono a tampone. Ma c’è bisogno dell’ok da parte dell’Asl per accedere al “prezioso” tampone.

Per il momento si tratta di una terapia in via sperimentale e nelle fasi iniziali, per cui la legislazione in merito è poco chiara. In Veneto, ad esempio, chi è positivo al test sierologico viene immediatamente sottoposto a tampone. In Toscana i test sierologici si fanno anche nelle aziende.

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