Daniela torna a sperare: la madre naturale ha accettato il prelievo di Dna

Daniela Molinari, l'infermiera malata di cancro, ha trovato la madre naturale, che dopo il primo rifiuto ha accettato di sottoporsi all'esame che potrebbe aiutare la sua figlia biologica, naturalmente nel rispetto dell'anonimato.

*** Aggiornamento del 4 maggio 2021 ***

La madre biologica di Daniela Molinari è tornata sui suoi passi, e ha accettato di sottoporsi all’esame del Dna, unica possibilità, per l’infermiera quarantottenne malata di cancro, per sperare in una cura contro la malattia.

Dopo il primo rifiuto, la donna ha cambiato idea, grazie anche all’intervento del Tribunale dei minori di Milano che l’ha supportata nel percorso psicologico necessario per accettare di sottoporsi al prelievo, e le ha ovviamente garantito il diritto all’anonimato.

Il rifiuto della donna aveva scatenato molti giudizi negativi sulla sua scelta; tanto che la stessa Daniela l’aveva definita “disumana”. Ma, come si legge sulla sezione milanese del Corriere, a quanto pare c’è una storia di violenza, unita alla volontà di non abortire, dietro la nascita di Daniela. Una situazione certamente non facile, un dramma umano probabilmente mai elaborato, e mai rivelato neppure alla nuova famiglia, che l’appello di Daniela ha riportato alla memoria della donna.

Oggi la presidente del Tribunale dei minori, Maria Carla Gatto, dichiara fermamente di avere l’intenzione di garantire i “diritti costituzionali di entrambe le donne”, Daniela, che senza quell’esame non avrebbe alcuna speranza, e la madre naturale, che secondo quanto si apprende sempre dal Corriere avrebbe partorito a 19 anni e vivrebbe oggi in un paesino della provincia lariana.

*** Aggiornamento del 22 aprile 2021***

Daniela ha trovato la sua mamma biologica, ma la risposta che ha ricevuto è molto diversa da quella che si aspettava.

Ricorderete la storia dell’infermiera quarantasettenne di Como alla ricerca della madre naturale perché malata di una forma di cancro non curabile con le terapie tradizionali, e perciò bisognosa di avere la mappa genetica di almeno uno dei genitori per poter ricorrere a una terapia sperimentale. La donna che l’ha messa al mondo nel 1973 è stata trovata, ma si è rifiutata di sottoporsi al prelievo di sangue.

Ti chiedo di ripensarci – è il nuovo appello che Daniela lancia dalle pagine di Repubblica – Rifiutando di sottoporti a un prelievo di sangue, condanni me e le mie figlie, una delle quali ha appena nove anni. Condanni una famiglia.

La madre biologica di Daniela è stata rintracciata dal Tribunale per i minorenni di Milano, ma, spiega l’infermiera, “Si rifiuta di sottoporsi a quel prelievo, nonostante abbia ricevuto ogni garanzia possibile sul fatto che potrà mantenere l’anonimato. Non le chiedo di incontrarmi, ma solo di lasciare che le facciano delle analisi del sangue. Il suo rifiuto mi sembra davvero incomprensibile“.

Dopo il parto la donna ha scelto di non far trascrivere il proprio nome nei documenti e di far cancellare tutti i dati sanitari, cosa consentita all’epoca; ma la Procura per i minorenni di Milano è comunque riuscita a risalire alla sua identità, appurando che negli archivi dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, nel comasco, esisteva la cartella clinica con l’atto di nascita originale e il nome.

L’hanno convocata, ma si è rifiutata di presentarsi e al telefono ha comunicato che per lei è troppo doloroso ricordare quel periodo della sua vita – spiega ancora Daniela – Una posizione che fatico ad accettare perché mi sembra davvero troppo rigida. Mi dicono dal Tribunale per i minorenni che è in grado di intendere e di volere, quindi non può esserle imposto nulla, lo so bene perché lavoro in ambito sanitario. Però una legge che mette il diritto alla privacy di una persona davanti a quello alla vita di un’altra è assurda e sbagliata.

Il racconto dell’infermiera prosegue:

Quando l’hanno chiamata dal tribunale, ha detto che si era riconosciuta negli articoli che aveva letto e che sapeva già che la stavo cercando. Semplicemente non voleva essere rintracciata.

Non possiamo ovviamente né sapere cosa abbia passato la donna, né che genere di dramma abbia vissuto nel momento dell’abbandono della figlia, tale da rifiutarle, oggi, un aiuto che potrebbe essere estremamente prezioso. È, d’altro canto, comprensibile lo sgomento di Daniela, che in una lettera indirizzata alla madre biologica le ha scritto

Da quando ero bambina ti ho sempre difesa dicendo che ti ero comunque grata perché avevi fatto la scelta di donarmi la vita. Ma ora mi hai spiazzata emotivamente, mi stai togliendo consapevolmente e lucidamente la stessa vita che avevi allora deciso di donarmi. Spero ancora che tu possa ripensare alla tua decisione, il tribunale è pronto comunque in caso ad aiutarti.

*** Articolo originale del 18 febbraio 2021***

Alcuni figli adottivi passano tutta la vita senza voler sapere nulla dei genitori naturali, altri li cercano per recuperare le proprie radici e instaurare un rapporto, pur essendo cresciuti in altre famiglie. Ma nel caso di Daniela Molinari è diverso.

La donna, quarantasettenne di San Vittore Olona, nel milanese, cerca la madre biologica perché è la sola che potrebbe aiutarla nella cura contro il tumore ai linfonodi con cui sta combattendo, e ha lanciato un appello a Prima Milano Ovest per trovarla.

Nata a Como, il 23 marzo del 1973, è stata abbandonata all’orfanotrofio delle suore di Rebbio (oggi non più esistente), per essere adottata due anni più tardi. Oggi, madre di due figlie e infer

miera di professione, si trova a combattere con un tumore che non risponde alle terapie tradizionali, e che potrebbe avere una speranza solo con un semplice prelievo di sangue. C’è infatti una cura immunoterapica sperimentale che i medici le hanno proposto in Svizzera, e che si basa sulla mappatura genetica, ma affinché abbia successo è indispensabile almeno uno dei due genitori naturali. Così Daniela ha lanciato un appello nella speranza di ritrovarla.

Sono stato adottata, non ho nessun risentimento per la mamma che mi ha abbandonato. Se qualcuna dovesse riconoscermi come sua figlia si faccia avanti, anche in maniera anonima. Sono mamma anche io, ho due figlie e un nipotino ed è facile capire che sarebbe bello dare la possibilità ad altri figli e nipoti di avere la propria nonna.

Daniela non vuole conoscere sua madre per giudicarla, neppure per stringere un rapporto, se lei non dovesse volerlo. La persona che l’ha messa al mondo può farsi avanti anche in maniera del tutto anonima, esclusivamente per effettuare il prelievo di sangue che potrebbe salvare la vita alla donna. Per aiutare la persona interessata a riconoscersi come madre naturale di Daniela, ci sono purtroppo poche informazioni: fra queste, il certificato di battesimo, dove è stata registrata come Daniela Simoni, prima del cambio di cognome, e la data di entrata nell’orfanotrofio, il 27 marzo, quattro giorni dopo la nascita.

Daniela ha fornito anche un paio di sue foto da piccola al giornale a cui ha rilasciato l’appello; ve ne alleghiamo una.

Fonte: Prima Milano Ovest

Speriamo davvero che qualcuno, vedendo questa foto e conoscendo la storia di Daniela, possa farsi avanti o aiutarla perlomeno a risalire all’identità dei suoi genitori biologici. Questo piccolo atto di generosità potrebbe davvero salvarle la vita.

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