Il 2021 si è chiuso con un altro bilancio nerissimo sul fronte dei femmicidi: 75, quelli accertati di cui vi abbiamo raccontato anche in questo articolo, segno che la piaga della violenza verso le donne non accenna in alcun modo a placarsi.

Ma anche questo anno appena iniziato parte nel peggiore dei modi, con la morte del piccolo Daniele Paitoni, 7 anni appena, assassinato dall’uomo che avrebbe dovuto proteggerlo, suo padre.

Daniele Paitoni è la vittima di quella che in molti, sui social, definiscono l’ennesima “uccisione annunciata”: il genitore del bambino, Davide Paitoni, si trovava agli arresti domiciliari, scontati presso la casa del padre a Morazzone, vicino a Gazzada, nella provincia di Varese, per aver accoltellato alla schiena un collega di lavoro lo scorso 26 novembre, ad Azzate. Mentre la madre del bambino, Silvia Gaggini, da cui Paitoni si stava separando, aveva denunciato il marito per lesioni circa tre anni fa.

Una situazione instabile, che pure non ha impedito a Paitoni di poter passare il Capodanno con il figlioletto, secondo quanto stabilito dai legali della coppia che, pur fra molte fatiche, erano riusciti a trovare un compromesso per le feste di Natale. Il tutto nonostante le resistenze dei nonni materni del piccolo Daniele Paitoni, che dopo la condanna ai domiciliari dell’ex genero pensavano che la casa paterna non fosse un luogo sicuro per il bambino.

Daniele Paitoni è stato assassinato nella giornata del primo gennaio, colpito con un solo fendente alla gola dal padre, che poi ha nascosto il suo corpicino nell’armadio, lasciando un agghiacciante vocale al nonno paterno del piccolo: “Papà non aprire l’armadio”. Subito dopo l’omicidio si è recato presso la casa dei suoceri, dove la ex moglie Gaggini stava trascorrendo la giornata, convincendola a scendere con la scusa di averle riportato il figlio.

Insospettita dal fatto che Paitoni non avrebbe potuto lasciare la casa del padre, la donna è uscita in maniera molto circospetta, riuscendo a salvarsi, seppur ferita, dopo che l’uomo ha tentato di aggredire anche lei. Davide Paitoni si è poi dato alla fuga, ed è stato ritrovato solo la mattina seguente in un capannone usato dai cacciatori a Viggiù, al confine con la Svizzera, dove ha minacciato di togliersi la vita.

Sul corpo del piccolo, scoperto dai carabinieri nell’armadio della casa di Morazzone, è stato ritrovato anche un biglietto, in cui Paitoni avrebbe annunciato l’intenzione di uccidere la moglie e poi di suicidarsi.

Paitoni e Gaggini erano di fatto separati da un anno e mezzo, ma l’iter legale non era concluso; nonostante il precedente di novembre, per i magistrati l’accusa di tentato omicidio a carico dell’uomo non intaccava in alcun modo il suo diritto a passare del tempo con suo figlio. E proprio questa decisione, oggi, è posta sotto accusa, e spinge diverse persone a parlare di una uccisione annunciata, che si sarebbe potuta evitare.

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