Shock in Gran Bretagna dopo che il segretario alla salute, Sajid Javid, ha ordinato un’inchiesta da cui è emerso che un operatore del servizio sanitario nazionale, il NHS, avrebbe ucciso due donne e abusato sessualmente di quasi 100 cadaveri negli obitori.

David Fuller, 67 anni, ha scattato foto e si è registrato mentre abusava sessualmente dei corpi delle pazienti, in un arco di tempo lungo 12 anni, prima al Kent and Sussex Hospital e successivamente all’ospedale di Tunbridge Wells, nel Kent. L’uomo si è inoltre dichiarato colpevole degli omicidi della venticinquenne Wendy Knell e della ventenne Caroline Pierce, nel 1987, in due occasioni separate in cui si è trovato a lavorare proprio al Tunbridge Wells.

Fuller riusciva ad accedere agli obitori grazie al suo lavoro di elettricista; fra le sue vittime, abusate tra il 2008 e il 2020, anche tre bambini di età inferiore ai 18 anni e persone di oltre 85 anni. Nella sua casa gli inquirenti hanno trovato oltre quattro milioni di immagini di abusi sessuali, gran parte delle quali prese da Internet, ma molte scattate da lui stesso negli obitori delle strutture nei quali abusava dei cadaveri.

Dichiaratosi inizialmente innocente per gli omicidi delle due ragazze, e dopo aver eluso la giustizia per ben 33 anni, solo nel dicembre del 2020 è stato incastrato per i delitti, a seguito di nuove analisi sul DNA, vecchio di decenni, che hanno finito per collegarlo alle scene del crimine.

Gli omicidi di Knell e Pierce

Wendy Knell è stata trovata morta nel suo appartamento in Guildford Road il 23 giugno 1987, uccisa da un colpo sferrato alla testa e ritrovata con segni di asfissia e di violenza sessuale. Il Crown Prosecution Service ritiene di poter considerare Fuller colpevole di quell’omicidio per i campioni genetici lasciati dall’uomo sul piumone in casa della ragazza.

Caroline Pierce è invece stata uccisa cinque mesi dopo, il 24 novembre dell’87, fuori dalla sua abitazione a Grosvenor Park: il suo corpo nudo è stato recuperato in una diga piena d’acqua a St Mary-in-the-Marsh il 15 dicembre. Sui collant della ragazza è stato ritrovato materiale epiteliale che ha reso Fuller il principale indiziato. L’uomo avrebbe anche conservato sia le prove della visita al ristorante Buster Browns dove Caroline lavorava, sia le foto scattate fuori da SupaSnaps, società in cui era impiegata Wendy.

La famiglia di Wendy Knell ha recentemente dichiarato:

Per 34 anni noi, come famiglia, la polizia e la stampa ci siamo concentrati su ciò che è realmente accaduto a Wendy, decisi a sapere chi fosse stato e come avesse trascorso i suoi ultimi momenti di vita. Ora sappiamo e purtroppo è molto peggio di quanto avremmo mai potuto immaginare. Speriamo di poter iniziare a soffrire e superare il dolore, ricordandola come la ragazza bella, gentile, generosa, premurosa e divertente che era. Aveva un sorriso e una parola gentile per tutti.

Sebbene la dichiarazione di colpevolezza non cambierà nulla nel profondo poiché il dolore e la perdita saranno sempre presenti, è bello sapere che non sarà in grado di ferire o causare altro dolore. Non solo per la nostra famiglia, ma anche per la famiglia e gli amici di Caroline che hanno attraversato la stessa cosa per tutti questi anni e per tutte le altre famiglie colpite da quest’uomo. Proviamo profonda tristezza per tutti voi.

Gli abusi sui cadaveri

A casa di Fuller sono state ritrovate decine di immagini di donne morte nei due obitori dell’ospedale dove faceva lavori di manutenzione, oltre a quattro dischi rigidi con cinque terabyte di archiviazione dati in totale, attaccati al retro di un armadio.

“Quando questi dischi rigidi sono stati esaminati, è stato scoperto che contenevano una libreria di inimmaginabili depravazioni sessuali –  ha spiegato alla corte il procuratore Duncan Atkinson – C’erano sia fotografie che video che mostravano l’imputato che abusava sessualmente di cadaveri femminili negli obitori dei due ospedali in cui lavorava, prima il Kent and Sussex Hospital, dove ha lavorato a tempo pieno dal 1989, e poi il Tunbridge Wells Hospital, dove si è trasferito nel 2010”.

Nei suoi colloqui con la polizia Fuller ha ammesso di aver cercato su Facebook le foto delle persone abusate nell’obitorio; in un secondo momento ha rinominato tutte le immagini e i video contenuti nei dischi rigidi utilizzando i libri mastri dell’obitorio e le etichette di identificazione sui corpi. Secondo Atkinson Fuller ricaverebbe gratificazione sessuale dalla sua necrofilia, e non ci sarebbe quindi una patologia mentale alla base.

Finora gli investigatori hanno identificato 78 su 99 delle sue vittime.

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