La variante Omicron è quella che al momento preoccupa di più gli esperti; per quanto meno grave, in termini di conseguenze, è considerata la più contagiosa, tanto che diversi medici, virologi e professionisti del settore scientifico hanno assicurato che, nei prossimi mesi, nessuno di noi ne sarà immune.

A ritenere che tutti prenderemo la variante Omicron, ad esempio, l’infettivologo e Direttore Clinica Malattie Infettive Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti: ” Se avremo un vaccino evoluto, che copra Omicron, ci dovremo vaccinare una volta all’anno – le sue parole nel corso della trasmissione Non Stop News, su Rtl 102.5 – Se ci diranno che per i primi due dovremo vaccinarci due volte all’anno, non ci vedo nulla di male. Omicron è più contagiosa ma meno aggressiva. Colpirà tutti: dovranno farsene una ragione i non vaccinati. Tutti prenderanno la variante Omicron entro l’inizio dell’estate. Entro fine inverno-inizio primavera avremo senza dubbio l’immunità di gregge. Sia la vaccinazione che l’immunità naturale (dopo la guarigione) sono in grado di difenderci dalle forme gravi. Poi, se anche ci contageremo due volte all’anno (con sintomi influenzali), non credo sia un problema. Il rischio resta per chi finisce in ospedale”.

Dello stesso parere anhe l’esperto consigliere per il Covid di Joe Biden, Anthony Fauci, il quale ha affermato: “Omicron, con il suo grado di trasmissibilità senza precedenti, alla fine troverà tutti. Coloro che sono stati vaccinati saranno esposti al virus. Alcuni, forse molti di loro, verranno infettati ma molto probabilmente, con alcune eccezioni, se la caveranno ragionevolmente, nel senso che non avranno bisogno di ricovero ed eviteranno la morte”. Fauci ha inoltre sottolineato come sarebbero invece i non vaccinati a pagare il prezzo peggiore in caso di contagio. Stessa opinione anche per Janet Woodcock, commissario ad interim della Food and Drug Administration statunitense, che di fronte al Congresso, recentemente, ha detto che “la maggior parte delle persone prenderà il Covid”.

Ma le cose stanno davvero così? Siamo davvero tutti destinati a prendere Omicron?

Anche nel mondo scientifico, ci sono voci fuori dal coro, come quella del professore di pediatria nel reparto malattie infettive al Children’s Hospital di Philadelphia, Paul Offit, che ha detto al Guardian che il vaccino e le protezioni che stiamo attuando da ormai un anno e mezzo dovrebbero tenerci al sicuro da Omicron.

Ciò che sembra certo è che siamo in una fase diversa della pandemia, come spiegato dalla virologa Ilaria Capua sul Corriere della Sera: “La novità è che Omicron si avvia a diventare un nuovo sierotipo di Sars- CoV-2. Che cosa significa questo? Significa che è sufficientemente distante dal ceppo originale Wuhan e dai suoi immediati discendenti che evade una parte della risposta immunitaria. Ultrasemplificando, è come se in questi due anni il ‘cugino Omicron’ si fosse fatto crescere capelli, barba, baffi e avesse indosso sempre gli occhiali da sole in modo tale che la camera del telefonino e gli algoritmi di riconoscimento facciale non lo riconoscessero più come alpha, gamma o delta. Infatti non lo è: è Omicron. Un virus con il turbo che grazie alla sua contagiosità ci darà filo da torcere”.

Insomma, la diversità della variante, per Capua, sarebbe anche il motivo per cui anche i vaccinati si contagiano.

Secondo il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani proprio in questi giorni dovremmo trovarci nel picco di Omicron, ma i veri effetti potrebbero avvertirsi soltanto la prossima settimana; intanto un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità ha confermato che Omicron è la variante attualmente più presente nel nostro Paese, con alcune regioni che hanno fatto registrare addirittura il 100% di casi attribuibili a Omicron, come la Basilicata, altre che arrivano al 90% (come la Toscana) e solo poche, come la Valle d’Aosta, dove la variante Delta sembra essere ancora quella più resistente (più del 66% contro il 33% circa di Omicron).

A livello mondiale, invece, va detto che è stato registrato il primo caso di Omicron a Pechino, a distanza di pochi giorni dall’apertura delle Olimpiadi invernali, prevista per il 4 gennaio. La Cina ha quindi rafforzato le regole per gli ingressi, chiedendo ai visitatori di sottoporsi a un test Covid entro le 72 ore dall’arrivo nella capitale.

Un ulteriore punto da valutare, per capire se davvero tutti ci contageremo con la variante Omicron, è legato al vaccino Moderna, i cui primi dati potrebbero arrivare entro marzo, come spiegato dal Ceo dell’azienda, Stéphane Bancel; per quel periodo “dovremmo essere in grado di avere dati da condividere con le autorità per capire il prossimo passo avanti”.

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