Il racconto osceno della violenza sessuale su Dayane Mello in un reality

Durante il reality La Fazenda la modella sarebbe stata vittima del cantante Nego do Borel, ora espulso dal programma. Ma lo staff dell'ex gieffina accusa la produzione di aver provato a ridimensionare l'abuso agli occhi del pubblico.

Per  Nego do Borel, alla fine, è arrivata l’espulsione dal reality show La Fazenda. Dopo le immagini riprese dalle telecamere delle molestie nei confronti di Dayane Mello e il tam tam social che avevano scatenato, la direzione del programma è stata costretta a prendere una decisione drastica. Ma pare che la situazione sia ancora più grave: sembrerebbe che il cantante abbia imposto a Dayane un rapporto sessuale non consenziente.

La vicenda si è sviluppata dopo una festa, quando i due sono finiti a dormire insieme. La modella però, come mostrano le immagini riprese dalle telecamere, era visibilmente alterata a causa dell’alcol, tanto che gli altri concorrenti del programma hanno dovuto aiutarla a mettere il pigiama. Nonostante questo, do Borel, – chiaramente lucido -, si sarebbe approfittato di lei.

I video sono violentissimi, mostrano la modella, praticamente semisvenuta, subire anche strattoni e percosse. Più volte, Dayane ha chiesto a Nego di smetterla, senza successo, nominando anche sua figlia Sophia. La mattina dopo, al suo risveglio, si sarebbe alzata dal letto senza i pantaloni del pigiama e sarebbe stato ritrovato anche un preservativo.

Sul banco degli imputati, naturalmente, è finita la stessa produzione del programma, accusata di non aver tutelato l’ex gieffina. Come spiega benissimo Carlotta Vagnoli nelle sue stories su Instagram, quello che è accaduto – e ancora sta accadendo – è di una gravità inaudita. Anche perché Dayane, non è ancora completamente cosciente di come siano andate le cose. Senza parlare del fatto che la violenza sessuale stessa si sarebbe potuta evitare se il programma fosse intervenuto prima per aiutare la modella.

Invece, la scelta è stata quella di sminuire l’atto, mandando in onda solo dei ritagli parziali e facilmente fraintendibili, esponendo Dyane a una violenza secondaria, mostrandola semi-incosciente a causa dell’alcol.

Inoltre, come accusano molti sul web, la produzione non le ha fornito neppure l’assistenza necessaria (cure mediche, aiuto psicologico), dopo il gravissimo fatto, esponendola a un disastroso victim blaming; avrebbe, anzi, cercato di sminuire la violenza sessuale. Tutto in nome dell’audience.

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