Uno dei temi più caldi di questi giorni di fine maggio è la possibile riapertura “totale” dell’Italia a partire dal 3 giugno. Il giorno dopo la Festa della Repubblica dovrebbe essere nuovamente possibile spostarsi tra tutte e venti le nostre regioni. Luigi Di Maio è convinto che tra pochi giorni ciò possa avvenire.

Eppure, ormai non è una novità, c’è il rischio che alcune (poche) non riaprano insieme alle altre. Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna sono quelle più a rischio per un motivo ben preciso: il numero di nuovi casi giornalieri.

Dopo alcuni giorni di relativa tranquillità, i dati di ieri hanno confermato che la Lombardia è ancora lontana da una risoluzione (quasi) totale del problema: 216 nuovi casi a cui vanno aggiunte altri 168 positivi, persone che si sono sottoposte al tampone dopo aver effettuato il test sierologico. Ieri, inoltre, si sono registrate 58 decessi solo in Lombardia.

Ma nonostante tutto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio è fiducioso: l’Italia può riaprire completamente il 3 giugno.

“Il 3 giugno si sbloccherà la mobilità interna del paese e potremo spostarci finalmente da una regione all’altra. Non dobbiamo abbassare la guardia”, ha dichiarato in un’intervista pubblicata dal Corriere del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e di Bologna riportata anche da Fanpage

“Nessuna regione dev’essere penalizzata”, dichiara Di Maio, che auspica che il paese riparta “unito”.

Non sono pochi, però, ad aver rilasciato dichiarazioni che vanno contro le parole di Di Maio nelle ultime ore.
A partire dal presidente della Sicilia Musumeci, che ha fatto sapere che la sua Regione non accoglierà turisti almeno fino al 7 giugno. “Io aprirei con tutto il cuore la Sicilia ai turisti già dal 7 ma prima di decidere dovremo aspettare il dato epidemiologico nazionale”.

Fondamentale in tal senso sarà una riunione tra presidenti regionali e membri del governo prevista per sabato, durante la quale si deciderà una volta per tutte come, se e quando ripartiranno gli spostamenti interni.
Si parla di patenti sanitarie per chi volesse visitare Sicilia e Sardegna, due regioni colpite marginalmente dal virus. Ma alcuni politici, tra cui il Sindaco di Milano Beppe Sala, sono contrari a questa novità.

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