Diego Maradona jr:" Ho aspettato mio padre per 29 anni, poi mi ha chiesto scusa"

Il figlio del Pibe de Oro ha raccontato in un'intervista al Corriere della Sera le emozioni provate la prima volta in cui lo ha incontrato, oltre a sottolineare di non provare alcun rancore per lui.

Sentirsi rifiutati dal proprio padre può essere difficile da accettare, ma nonostante tutto si può sentire il bisogno di riconciliarsi e di venire a conoscenza delle motivazioni legate a questo modo di agire. Una situazione simile riguarda appieno quando accaduto a Diego Armando Maradona jr, figlio di Diego Armando Maradona, che ha cercato a lungo invano di poter avere un incontro con il genitore.

Il ragazzo è nato a Napoli nel 1986, periodo in cui il Pibe de Oro era al massimo della fama, ed è figlio di Cristiana Sinagra, che aveva avuto una relazione con l’argentino quando lui vestiva la maglia dei partenopei. In un primo momento però l’ex calciatore ha negato di esserne il padre, solo nel 1993 è arrivato l’intervento del Tribunale, che ha permesso al bimbo di ottenere il cognome.

Nonostante l’atto giuridico, il fuoriclasse continuava a negarsi, solo nel 2003 i due si sono visti per la prima volta, per poi riuscire a costruire un rapporto a partire dal 2016. Lui è sempre stato a conoscenza delle sue origini, proprio per questo la sofferenza che lui ha provato sin dall’infanzia è stata forte: “Mi sono sentito abbandonato, rifiutato. Mi mancava tutto ciò che facevano gli altri bambini – ha raccontato Diego Armando Maradona jr al Corriere della SeraQuando vedevo i miei amici con i loro papà, le recite, i lavoretti e io ero sempre e solo con mamma e nonno. Mi chiedevo: ma perché non posso vederlo? Ma non c’erano risposte. La cosa migliore che potesse fare mia madre fu dirmi da subito che ero il figlio di Maradona”. 

A distanza di tempo lui non riesce a provare rancore per suo padre: “Quando sono diventato Diego Armando Maradona avevo 7 anni, ma mio padre non si è mai opposto a nulla. Mi ha detto che all’epoca, era il 1993, c’erano circostanze che non gli permettevano di fare ciò che voleva. Non si sentiva libero e infatti non lo era”. 

Impossibile non ricordare l’emozione provata quando si sono ritrovati per la prima volta faccia a faccia: “Partii da Napoli con mio zio, arrivai al golf club di Fiuggi, riuscii ad entrare oltrepassando la recinzione da un buco e da lontano lui mi fece cenno di avvicinarmi. Non fu scortese, mi diede un numero di telefono, ma nessuno mi ha mai risposto. Mi disse: ‘Io so che sei mio figlio ma per tutti non puoi esserlo adesso’. Io ero un figlio che non poteva essere riconosciuto. Lui desiderava essere mio padre ma era costretto a dirmi di no da un sistema che si era creato attorno. A suo modo fu molto affettuoso”. 

La svolta nel loro rapporto è poi arrivata nel 2016: “Partecipavo a una trasmissione di balli in Argentina e una sera mi chiamò Rocio Oliva, la compagna di Maradona, e mi disse: ‘Tuo padre ti vuole parlare’. Mi invitò a cena e per la prima volta mi disse: ‘Chiamami papà’. Parlò solo lui, mi aveva visto in Tv e voleva rimediare alla sua assenza. Non potevo crederci, furono ore lunghissime. Fu come se non ci fossimo mai persi. Io ero felice, lui con me. Ci siamo abbracciati, ci siamo raccontati. Io ero felice, lui con me. Ci siamo abbracciati, ci siamo raccontati. Il giorno dopo un’altra cena e poi un’altra ancora. Avendolo ritrovato dopo 29 anni, non volevo riaprire lo scontro. Mi ha subito detto: “Io mi sono comportato male, non sono stato un buon padre e per questo mi devi perdonare. Ma adesso contano il presente e il futuro. Sono felice che finalmente ti ho ritrovato. Costruiamo qualcosa assieme” – ha concluso.

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