Dire che una persona è grassa non dovrebbe essere un'offesa
C'è ancora chi si scandalizza se si definisce una persona "grassa". Cosa che non succede se invece si definisce alta, bassa, magra...
C'è ancora chi si scandalizza se si definisce una persona "grassa". Cosa che non succede se invece si definisce alta, bassa, magra...
Culturalmente, c’è una certa reticenza nel definire le persone “grasse”. Con un eccesso – ingiustificato – di politically correct, si preferiscono termini come “sovrappeso”, “in carne”, o “curvy”, ma la verità è che l’essere grassi/e è semplicemente una caratteristica fisica, niente più e niente meno dell’essere magri/e, biondi/e, bassi/e o alti/e.
Ma allora perché tutto questo terrore nell’utilizzo dell’aggettivo “grasso”? Lo abbiamo notato anche in alcuni commenti comparsi sotto questo nostro post, che la lasciato perplesso più d’uno e ha fatto pensare che l’uso delle parole “persone grasse” fosse offensivo.
Cerchiamo di chiarire meglio la questione: l’idea che usare il termine “grasso” nei confronti di una persona che oggettivamente lo è lasci intuire l’intenzione di insultare, sminuire o umiliare la persona cui è rivolto nasce dalla profonda grassofobia che permea la nostra società, ovvero “la causa dello stigma nei confronti delle persone in sovrappeso o obese, un bias comportamentale e discriminatorio volto a descrivere le persone sulla sola assunzione del loro peso”. Si giudicano le persone in base al peso e alla loro corporatura e automaticamente si associa a un’idea di sbagliato, malsano o pericoloso tutto ciò che non rientra in quelli che sono considerati gli standard accettabili, molto spesso perpetuati anche dai canali di informazione o dai social.
“Grasso” è usato a volte come un’offesa, ma questa risiede appunto nell’intento grassofobico di chi vuole offendere, che è ora di scardinare.
Prendiamo questo esempio, riportato da Scomodo:
Una donna chiede a un uomo ‘Hai mai mangiato in un fast food?’; lui replica ‘Per favore’ in tono sarcastico, indicando il suo corpo magro e muscoloso. È quindi implicita la convinzione per cui le persone magre non mangino nei fast food, ma non è così: in questa scena è presente una grassofobia intrinseca, difficilmente percepibile da una persona magra. Tuttavia, se si è grassi, si tratta solo uno degli innumerevoli fat jokes a cui si è perennemente sottoposti.
La scena in questione si trova nella serie televisiva Upload (2020) – disponibile su Amazon Prime – e non si tratta dell’unica circostanza in cui viene mostrato odio nei confronti delle persone grasse all’interno della serie: tra personaggi obesi che vengono sempre mostrati mentre si abbuffano e persone magre che scherzano sulle loro dimensioni – c’è persino un adulto che chiama una ragazza magra ‘porcellino’ – l’elenco potrebbe continuare.
Sbagliato è anche pensare che “sovrappeso” sia il termine giusto da usare al posto di grasso: il termine ha una precisa connotazione che – leggiamo da vocabolario Treccani – indica
Nel linguaggio medico, eccesso ponderale: individuo in s.; talora in funzione di agg. invar., di soggetto che presenta peso corporeo al di sopra della norma: individui sovrappeso (anche assol., come sost. invar., diete per i sovrappeso). Si distingue da obeso non solo come termine più tecn. e che non può essere riferito a parti del corpo (non si direbbe ventre s. ma soltanto ventre obeso), ma anche perché indica generalm. un eccesso di peso compreso tra il 10% e il 20% rispetto al peso ottimale, mentre obeso indica un eccesso uguale o superiore al 20%.
Non useremmo mai le parole “normopeso” o “sottopeso” per descrivere persone magre o molto magre, quindi non si capisce bene perché invece dovremmo sostituire al termine “grasso” quello di “sovrappeso”, nel moralistico tentativo di edulcorare una pillola che non va edulcorata, perché nessuna persona grassa è inconsapevole di esserlo.
Mara Mibelli e Chiara Meloni, conosciute come Le belle di faccia, da anni portano avanti una crociata personale per la Fat Acceptance, e ci avevano già spiegato perché nessuno dovrebbe preoccuparsi di non usare la parola “grasso”.
Per quanto riguarda la liberazione della parola grasso dallo stigma, innanzitutto chi non lo è potrebbe smettere di usarla in modo improprio come insulto e iniziare a utilizzarla in modo neutro, come un semplice descrittore. A chi invece è grasso consigliamo di far pace con questa parola e di riappropriarsene perché lo riteniamo un gesto rivoluzionario.
Aggiungono anche un’osservazione estremamente intelligente:
[…] il grasso è considerato una colpa e un fallimento del carattere della persona, perché la diet culture ci ha convinto che le persone grasse lo siano per la stessa ragione e che ogni corpo grasso sia una condizione transitoria che può essere cambiata con dedizione e sacrificio.
È invece piuttosto chiaro – o dovrebbe esserlo, almeno – che non tutte le persone grasse lo siano perché sono pigre o si abbuffano di cibo; non c’è, quindi, una colpa universale per la grassezza, data da uno stile di vita scellerato.
Peraltro, fare chiarezza sul linguaggio che usiamo permette anche di distinguere ciò che è patologico, e quindi necessita di cure, da ciò che invece non lo è: per questo, ad esempio, curvy è diverso da grasso, grasso da obeso, e curvy da obeso
Se non abbiamo problemi a dire di una persona che è bassa, perché invece dovremmo averne per dirle che è grassa invece? Chi si scandalizza per l’uso dell’aggettivo, probabilmente, dovrebbe rivedere la propria grassofobia.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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