"Sei un ebreo, devi morire nei forni": gruppo di ragazzi aggredisce 12enne
A Venturina Terme, Livorno, si è consumato un atto antisemita gravissimo: due ragazze di 15 anni hanno offeso e aggredito con spinte e calci un bambino ebreo di 12 anni.
A Venturina Terme, Livorno, si è consumato un atto antisemita gravissimo: due ragazze di 15 anni hanno offeso e aggredito con spinte e calci un bambino ebreo di 12 anni.
Il fatto risale a domenica pomeriggio. Il padre del bambino aggredito ha denunciato l’accaduto ai carabinieri, perché questo gravissimo atto antisemita non venga ignorato.
L’episodio si è svolto al parco Argentina Altobelli di Venturina Terme in provincia di Livorno: il dodicenne, che frequenta la seconda media Carducci a Venturina Terme (nel Comune di Campiglia), è uscito alle 18 per incontrare un compagno di classe. Quando il suo amico è arrivato, era insieme ad altri amici, tra cui due ragazze di 15 anni, studentesse delle superiori di Piombino.
Una di loro due gli ha intimato di stare zitto, poi gli ha rivolto l’agghiacciante frase: “Tu devi stare zitto, sei un ebreo, devi morire nei forni“. E poi sono arrivate le spinte, i calci, gli sputi. Il bambino, sconvolto, è tornato a casa a raccontare tutto al padre, che ha subito sporto denuncia ai carabinieri.
Ora, le due ragazzine sono state identificate e il caso è in mano alla Procura presso il Tribunale dei Minori di Firenze, mentre il dodicenne è tornato a scuola.
Tante le reazioni da parte delle istituzioni e la vicinanza alla famiglia del bambino. “Un atto grave che richiama tutti noi all’impegno quotidiano nell’educazione al rifiuto di ogni forma di violenza e discriminazione“, ha scritto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sul suo profilo Twitter.
A rivelare l’accaduto è stata Alberta Ticciati, sindaca di Campiglia Marittima, che su Facebook ha commentato duramente: “Sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro Paese“.
“Ho finito le lacrime“, ha confessato il padre del bambino aggredito alla Nazione. “Cerchiamo di fargli vivere una vita normale e buttarsi alle spalle questo episodio, ma non se lo dimenticherà mai“.
Il padre del piccolo ha rivelato che la famiglia cercherà assistenza tramite la scuola e la psicologa dell’istituto, per aiutare il bambino a riprendersi. Tutto questo a pochi passi dal 27 gennaio, in cui si commemora la Giornata della memoria. “Quello che è avvenuto a mio figlio è un atto atroce, le leggi razziali sono iniziate così“, ha dichiarato il padre del bambino, che si è sempre impegnato per parlare della Shoah nelle scuole.
Un aspetto molto grave su cui si è soffermato l’uomo è che nessuno, in quel parco, ha mosso un dito per aiutare suo figlio mentre veniva aggredito.
L’uomo ha confidato che qualche tempo fa c’erano stati dei messaggi con svastiche e che aveva informato i genitori dei ragazzi, ma senza esito. Inoltre, ha dichiarato che né le ragazzine 15enni né i loro genitori lo hanno contattato dopo l’accaduto.
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