In Egitto esiste un 'cimitero delle mani mozzate' e ora sappiamo perché
Gli studiosi hanno scoperto perché in Egitto esiste un vero e propri 'cimitero delle mani mozzate', portato alla luce nel 2011
Gli studiosi hanno scoperto perché in Egitto esiste un vero e propri 'cimitero delle mani mozzate', portato alla luce nel 2011
Gli archeologi hanno offerto una nuova spiegazione per uno dei reperti più raccapriccianti dell’Antico Egitto: un vero e proprio cimitero di mani mozzate accuratamente raccolte in un tempio 3.500 anni fa.
La scoperta, nel 2011, delle ossa di una dozzina di mani destre in un sito dove un tempo sorgeva l’antica città egiziana di Avaris (oggi nota come Tell el-Dab’a), è stata particolarmente inquietante. I resti sono stati portati alla luce, la maggior parte con i palmi rivolti verso il basso, da tre pozzi poco profondi vicino alla sala del trono di un palazzo reale.
Le mani, insieme a numerose dita disarticolate, furono molto probabilmente sepolte durante la XV dinastia egizia, dal 1640 a.C. al 1530 a.C. A quel tempo, il delta del Nilo orientale dell’Egitto era controllato da una dinastia chiamata Hyksos.
Si ritiene che gli Hyksos abbiano introdotto gli egiziani al cavallo e al carro, alla lavorazione del vetro e a tutti i tipi di armi, comprese asce da battaglia e archi compositi. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature ha rivelato che gli Hyksos avessero un’usanza nota come Gold of Valor, che prevedeva di prendere le mani dei combattenti nemici come trofei di guerra.
Il rituale sembra essere diventato una pratica standard in Egitto: i soldati tornavano dal combattimento e presentavano le mani destre smembrate dei nemici sconfitti al loro faraone o comandante militare.
“Le amputazioni erano un mezzo considerato sicuro per contare i nemici uccisi”, ha detto Manfred Bietak, un archeologo dell’Accademia austriaca delle scienze. “Rendevano il nemico morto incapace di alzare di nuovo la mano contro l’Egitto negli Inferi”.
Gli studiosi hanno riscontrato, mediante apposito esame, che 11 delle 12 mani ritrovate appartenevano a uomini. Solo una era una mano di donna. I testi egizi del regno di Ramses III, dal 1186 a.C. al 1155 a.C. circa, indicano infatti che c’erano donne nell’esercito libico.
Tutte le ossa scavate ad Avaris erano completamente formate ma non mostravano segni di degenerazione legata all’età. Questo suggerisce che le mani dovevano appartenere a individui di età compresa tra i 14 e i 30 anni circa. La nuova analisi “solleva interrogativi interessanti sulle origini delle tradizioni che mostrano il dominio sui nemici, non solo in Egitto, ma in tutto il mondo antico”, ha detto Salima Ikram, egittologa dell’Università americana del Cairo.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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