Elena Cecchettin sulla sorella Giulia: "Penso sempre a lei, dovrei smetterla ma non riesco"

La sorella della 22enne uccisa dall'ex nel novembre del 2023 ha parlato con Grazia del pensiero quotidiano di Giulia, di privilegi maschili e di una mentalità che deve essere cambiata.

“Giulia era la persona più importante della mia vita. Una parte di me ci pensa sempre, ma se continuo a pensarci continuamente non riesco ad andare avanti. Dovrò smetterla, ma temo di mancarle di rispetto, non pensando più a lei ogni momento”.

Sono le parole che Elena Cecchettin, sorella di Giulia, assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta nel novembre del 2023, ha rilasciato alla rivista Grazia, che l’ha intervistata. “Giulia vorrebbe che affrontassi la mia vita ricordandola, volendole comunque bene, però non rimanendo impantanata nel lutto. Ma è difficile andare avanti, perché lei era la mia quotidianità, e tutta la mia quotidianità è stata stravolta”.

Cecchettin, che attualmente ha scelto di studiare all’estero, ha risposto anche alla domanda della direttrice Silvia Grilli sul senso di colpa: quello per cui avrebbe potuto pensare o prevedere ciò che sarebbe successo. “No, perché parlando con chi per lavoro conosce le dinamiche dei femminicidi molto meglio di me, mi è stato detto: ‘Mettiti il cuore in pace, non c’era niente che avresti potuto fare per impedirlo‘. Però io continuo a chiedermi: se invece di fare quella facoltà universitaria e conoscere quella persona avesse scelto un altro corso? Se quella sera non fosse uscita? Accetterei che lei non fosse più parte della mia vita, non vederla mai più, non sentirla mai più pur di sapere che è viva e fa quello che vuole fare”.

Dopo il femminicidio della sorella Elena Cecchettin era stata la prima a parlare senza mezzi termini di patriarcato, e della necessità di decostruire certi schemi mentali così radicati nella nostra cultura; necessità ribadita anche in questa intervista: “Bisogna fare un lavoro di decostruzione di una mentalità che ci viene inculcata da tutto, e da cui tutti gli uomini traggono vantaggio. Se sei un uomo minimamente corretto vieni considerato buono. Nessuno pensa che, se una donna non è violenta, sia una donna buona. E, quando una donna alza la voce perché le viene mancato di rispetto, diventa automaticamente una pazza, feroce”.

“Gli uomini devono capire che hanno un privilegio – ha concluso – Tutti, anche chi si batte contro la violenza di genere, anche mio padre e mio fratello. Il privilegio non ti rende malvagio, ma devi imparare a usarlo per lottare per chi non ce l’ha. Quando lo si capisce è l’inizio del cambiamento”.

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