I lividi sul corpo martoriato di Elena Milashina: come sta la giornalista dopo l’aggressione

Lesione cranio-cerebrale chiusa, 14 ossa della mano spezzate e lividi in tutto il corpo: queste le condizioni della giornalista Elena Milashina, aggredita martedì scorso in Cecenia, nelle nuove foto pubblicate da Novaya Gazeta.

Come sta Elena Milashina, la giornalista russa aggredita martedì a Grozny? Novaya Gazeta, il principale quotidiano indipendente russo per cui Milashina lavora, ha pubblicato mercoledì delle nuove immagini della reporter per mostrare le sue condizioni dopo l’aggressione da parte di un gruppo di persone a volto coperto, avvenuta nella capitale cecena, dove la donna si era recata per seguire il processo a Zarema Musayeva – madre di  Abubakar, Ibrahim and Baysangur Yangulbayev, fratelli attualmente in esilio per le critiche rivolte al presidente ceceno Ramzan Kadyrov – condannata a cinque anni e mezzo di carcere per “aver usato violenza contro un ufficiale di polizia”.

L’attacco a Milashina che, come si legge, ha riportato danni cerebrali, la frattura di 14 ossa delle mani e numerosi lividi, ha suscitato scalpore anche in Russia, dove pure le aggressioni, anche mortali, ai danni di giornalisti e dissidenti non sono mancate negli anni (basti pensare alla giornalista Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca nel 2006 dopo essersi occupata, nelle sue pubblicazioni, della figura di Putin e della guerra in Cecenia).

Quel giorno assieme a Elena Milashina c’era anche l’avvocato Alexander Nemov, che è stato accoltellato alla gamba. La testimonianza rilasciata dalla reporter è agghiacciante: ha riferito di essere stati costretti a inginocchiarsi con le mani legate, e che è stata loro puntata una pistola alla testa. Gli aggressori, la cui identità non è tuttora nota, hanno inoltre distrutto i loro telefoni e i documenti che la giornalista aveva portato con sé.

Le immagini pubblicate da Novaya Gazeta sono davvero terrificanti, così come la diagnosi rilasciata dalla clinica di Mosca dove Milashina è stata visitata dopo l’attacco: si parla di “Lesione cranio-cerebrale chiusa, fratture multiple delle ossa delle mani (fino a 14), contusioni multiple dei tessuti molli”. Per la giornalista, peraltro, non è la prima aggressione: già nel 2020 era stata attaccata per la sua inchiesta sulle persecuzioni ai danni delle persone omosessuali.

Anche Novaya Gazeta è finito più volte nel mirino della censura: il governo russo ha tentato più volte di limitarne le pubblicazioni, e dall’inizio della guerra con l’Ucraina, nel febbraio del 2022, il giornale ha dovuto sospendere l’attività per le leggi sulla censura in tempo di guerra. Il suo direttore, Dmitry Muratov, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2021, assieme alla collega Maria Ressa, “per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un prerequisito per la democrazia e la pace duratura”, primi giornalisti a ricevere il riconoscimento dal 1935.

Anche Muratov è stato vittima di aggressione, il 7 aprile del 2022, quando, su un treno da Mosca a Samara, è stato coperto di vernice rossa da uno sconosciuto, che si ritiene fosse stato mandato dai servizi dell’intelligence russa, come probabile atto di sostegno alle truppe di Putin, dopo che il suo giornale aveva ripreso le pubblicazioni, il giorno prima, da Riga, in una versione straniera, Novaya Gazeta Europa.

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