Emanuela Massicci, picchiata e soffocata dal marito mentre i figli erano nell'altra stanza
L'uomo l'avrebbe picchiata, accoltellata e soffocata prima di tentare di togliersi la vita. In casa i due figli della coppia, di 5 e 10 anni.
L'uomo l'avrebbe picchiata, accoltellata e soffocata prima di tentare di togliersi la vita. In casa i due figli della coppia, di 5 e 10 anni.
L’avrebbe picchiata, accoltellata e soffocato prima di tentare di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi; così è morta Emanuela Massicci, 45 anni, maestra precaria, uccisa dal marito, Massimo Malavolta, nella loro casa sulla Provinciale 73 a Ripaberarda, paesino di 2500 anime nella provincia di Ascoli Piceno.
La brutalità e l’efferatezza del femminicidio assumono contorni ancora più inquietanti se si aggiunge che la tragedia si è consumata mentre nell’abitazione di famiglia c’erano anche i due figli della coppia, di 5 e 10 anni, ora affidati ai nonni materni; non è ancora chiaro se i due bambini abbiano potuto sentire qualcosa o se invece fossero ignari di cosa stesse succedendo nella camera da letto dei genitori, chiusa a chiave.
Dopo aver ucciso la moglie, alle prime luci dell’alba, e aver tentato il suicidio Malavaolta avrebbe chiamato il padre: “Emanuela non si sente bene, non respira”. Proprio lui avrebbe quindi allertato i soccorsi, che, quando hanno suonato alla porta, si sono visti aprire dai bambini.
I carabinieri intervenuti sul posto hanno trovato l’uomo seduto sul letto, con un coltello in mano, mentre al suo fianco giaceva il corpo senza vita di Emanuela Massicci, con varie tumefazioni al volto e in diverse parti del corpo. I bambini avrebbero avuto la recita scolastica, quel giorno.
“Una notizia che ci ha sconvolti tutti – ha commentato il sindaco del paese, Fabio Polini – Non avevamo notizia di problemi particolari all’interno del nucleo familiare, non riesco a capire cosa abbia potuto scatenare la lite e l’omicidio”. Qualcuno, però, sembra dare una versione diversa della vita famigliare di Massimo Malavolta: “Ci sono stati altri episodi, andava fermato prima” dice qualche vicino, mentre un’amica di Massicci afferma “Io le dicevo di tirarsi fuori da questo matrimonio, era sempre più chiusa in se stessa, lei mi ripeteva ‘lo amo, lo amo'”.
E se non c’erano denunce della moglie a carico di Malavolta, c’è però un precedente pesante: nel giugno 2015, infatti, l’uomo era finito ai domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di un’altra donna, e nel gennaio del 2016 era stato condannato dal tribunale di Ascoli a due anni di reclusione, poi diminuita di un terzo per il rito abbreviato, senza pena sospesa.
Era stata la Corte di Appello di Ancona a riformare la sentenza, riqualificando il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, condannando Malavolta a 6 mesi e 20 giorni di reclusione con pena sospesa, condanna diventata definitiva nel giugno 2018. Adesso lui è ricoverato, piantonato dalle forze dell’ordine, nel reparto di Rianimazione all’ospedale Mazzoni di Ascoli.
“Siamo in 2.500 ed è stato un attimo che tutto il comune venisse a conoscenza della tragedia appena avvenuta – ha aggiunto il primo cittadino di Ripaberarda – Il pensiero mio e di tutti va ai due bambini, vittime inconsapevoli anche loro di questa tragedia enorme: il Comune di Castignano farà tutto quanto di propria competenza per stare vicino a loro”.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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