Blurred Lines è una canzone decisamente controversa, per molti motivi. Il brano di Robin Thicke e Pharrel Williams è stato a lungo criticato per il suo testo e per il video che, secondo molti, denigrano le donne e perpetuano la cultura dello stupro. Emily Ratajkowski, che è stata una delle modelle protagoniste del videoclip, torna a parlarne, questa volta svelando di aver subito molestie da Thicke durante le riprese.

Nel suo nuovo libro, My Body, la modella ha infatti raccontato in modo dettagliato l’episodio avvenuto nel 2013, mentre stava girando il video della canzone.

Improvvisamente, dal nulla, ho sentito il calore e l’estraneità delle mani di uno sconosciuto che stringevano il mio seno da dietro. Io mi sono istintivamente allontanata, guardando indietro verso Robin Thicke. Lui ha fatto un sorriso stupido ed è inciampato, i suoi occhi nascosti dagli occhiali da sole. […] La sua voce (della regista Diane Martel, ndr) si è spezzata quando mi ha urlato “Stai bene?” […]. Non ho reagito – non proprio- come avrei dovuto “.

Ciò che più ha fatto infuriare Emily, poi, è stato il fatto che questo estratto del suo libro sia stato pubblicato dal Sunday Times senza il suo consenso, e ha espresso tutta la sua frustrazione per la fuga di notizie che ha permesso la diffusione del suo racconto prima che il libro sia pubblicato. “È stato difficile per me, mi piace avere il controllo della mia immagine e ho scritto questo libro per condividere l’intera storia e tutti i suoi lati. Mi sento come se ciò si fosse trasformato in una frenesia da clickbait, e all’improvviso vengono usate parole come “aggressione sessuale” e “accuse” piuttosto che leggere il vero libro“, ha detto la modella.

Nonostante l’estratto sia stato ormai reso pubblico, Emrata spera che i fan possano ancora acquistare il suo libro per conoscere la vera storia e leggere il racconto dell’evoluzione della sua carriera. Intanto, in un’intervista a People, la modella ha spiegato il motivo per cui ha aspettato tanti anni per denunciare le molestie subite da Thicke: “Ero una modella sconosciuta, e se avessi parlato o mi fossi lamentata non sarei dove sono oggi; non sarei famosa“. Allo stesso tempo, però, spera che condividere la sua esperienza possa aiutare altre donne a trovare il coraggio di denunciare.

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