L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha presentato un nuovo bando, a 12 anni dall’ultimo, con lo scopo di selezionare una nuova squadra di astronauti. Il bando, a cui è possibile iscriversi dal sito ufficiale dell’agenzia spaziale dal 31 marzo al 28 maggio 2021, è destinato ai cittadini di 25 Paesi e per la prima volta in assoluto apre anche alle persone con disabilità.

Le selezioni dureranno 18 mesi: solo nell’ottobre 2022 potremo conoscere il nome e i volti dei nuovi astronauti europei – ne verranno scelti da quattro a sei – a cui saranno affidate le future missioni spaziali sulla Luna e, forse, anche alla conquista di Marte.

Come dichiara Antonella Costa, Human Resources Business Partner, i requisiti per candidarsi sono essere cittadini di uno Stato membro o associato dell’Esa, avere conseguito una laurea specialistica o essere provvisti di un titolo superiore in scienze naturali, medicina, ingegneria, matematica o scienze informatiche, avere maturato un’esperienza lavorativa di tre anni almeno, parlare un inglese fluente, e possibilmente un’altra lingua, e non avere superato i 50 anni di età.

Come anticipato, la novità di questo bando è l’apertura a persone con specifiche disabilità fisiche, tra cui un’amputazione a livello dei piedi o sotto le ginocchia, una forte differenza di lunghezza delle gambe o una statura inferiore ai 130 centimetri, la cui selezione verrà valutata ed effettuata in collaborazione con il Comitato Paralimpico Internazionale.

Il bando porterà alla selezione di 4-6 astronauti ufficiali e 10-20 riserve. L’impegno del progetto Parastronaut, questo il nome, è quello di includere i parastronauti selezionati nel bacino delle riserve, per fare in modo, anche grazie al loro contributo e ed expertise, di progettare e mettere a punto sistemi e protocolli che in futuro potranno permettere ad astronauti con disabilità di lavorare nello spazio in sicurezza.

Questo quello che dichiara Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Esa:

È la volontà di fare un primo passo. L’Esa non ha l’expertise per fare tutto da sola, e non esiste una base da cui partire, ci siamo consultati con Comitato paralimpico internazionale per capire in che modo un astronauta con una preparazione di base adatta potesse contribuire all’esplorazione spaziale, nonostante le disabilità fisiche.

E a conferma di una maggiore inclusione e della valorizzazione delle diversità, la Chief Diversity Officer dell’Esa, Ersilia Vaudo-Scarpetta, ha dichiarato che con questa campagna di reclutamento, l’agenzia spaziale intende cercare di attirare maggiore attenzione da parte delle ragazze e spingerle a partecipare alla selezione per aumentare il numero delle astronaute donne, considerato che al precedente bando del 2008, l’adesione femminile si attestava solo al 16% su 8413 domande.

Un gesto di grande importanza che costituisce un primo passo verso un ripensamento della società che tenga conto delle esigenze di tutte le categorie, partendo da un prezioso presupposto: quello di trarre vantaggio e arricchimento universale in una realtà che si metta al servizio di tutti i cittadini e ne valorizzi di ognuno le specifiche potenzialità.

 

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