Esclusa dai volontari della scuola dei figli per le foto su OnlyFans. Victoria Triece non ci sta

La 31enne, che vive a Orlando, in Florida, si era resa disponibile per dare un supporto all'istituto ma non le è stato consentito: ora ha deciso di fare causa all'istituto: vuole avere giustizia.

Victoria Triece è una mamma 31enne che vive a Orlando, in Florida, che ha deciso di raccontare la sua storia al Washington Post, convinta di essere stata vittima di discriminazione da parte dei dirigenti dell’istituto scolastico frequentato dai figli. La motivazione? A suo dire, le sue foto pubblicate su OnlyFans, la piattaforma dove molte persone pubblicano foto osè che consentono di ottenere guadagni importanti.

I primi problemi sarebbero sorti il 31 ottobre 2021, giorno in cui lei si era resa disponibile per aiutare nei preparativi per la festa di Halloween organizzata presso la scuola del figlio. Il preside, però, l’ha invitata a non presentarsi, sottolineando che la decisione era stata presa dal Consiglio Scolastico: la struttura non voleva che lei avesse contatti con gli alunni. Almeno ufficialmente, non le è stata data alcuna motivazione, ma lei ha subito collegato questa decisione alla sua presenza sul social network.

A distanza di quasi due anni, Victoria Triece vuole avere giustizia e ha così fatto causa alle Orange County Public Schools di Orlando. Il suo desiderio è quello di poter essere utile, in veste di volontaria, nelle scuole frequentate dai suoi figli, che hanno rispettivamente 7 e 11 anni, per questo non ritiene giusto essere emarginata per quanto fa nella sua vita privata, che nulla ha a che vedere con la gestione dei suoi bambini.

Non era il mio lavoro, ma lo facevo con molto piacere, prendevo molto sul serio tutte le attività scolastiche. E poi ti viene detto, ‘Ehi, non puoi essere più qui’… Quella era la mia vita…” – sono state le parole della donna.

A sostenerla in questo percorso c’è il suo avvocato, Mark NeJame, convinto che quanto fatto dall’istituto sia ingiusto: “Quello che fa Victoria fuori dalle attività scolastiche, e che non riguarda strettamente la scuola o i bambini, sono affari suoi, altrimenti nessuno di noi sarebbe più libero di fare ciò che vuole” – ha detto il legale.

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