La situazione nella striscia di Gaza si fa ogni giorno più drammatica, con i civili che, come spesso accade, pagano sempre il prezzo più alto; secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, solo fra i bambini ci sarebbero stati 12.300 morti tra il 7 ottobre, giorno in cui il conflitto israelo-palestinese si è riacceso, e il 29 febbraio, un numero più alto di quello di minori rimasti uccisi in tutte le guerre negli ultimi quattro anni.

Anche le donne sono fra le vittime più colpite: se non uccise, vengono violentate, abusate, visto che lo stupro di guerra è da sempre una delle armi più feroci utilizzate per colpire il nemico.

Per sollevare l’attenzione sulla condizione delle donne palestinesi la femminista Falastine Saleh, scrittrice e sostenitrice del BDS, il movimento palestinese Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza, ha lanciato un appello, riportato dal Middle East Eye.

Oggi, come donne palestinesi, ci troviamo in una lotta straziante, che non si limita a una minaccia sempre presente alla nostra sicurezza, ma anche a un’insidiosa manipolazione patriarcale volta a minare la nostra causa e la nostra resistenza – scrive Saleh – L’uso sistematico della violenza sessuale da parte di Israele contro i palestinesi dura dalla Nakba [l’esodo palestinese, ndr.] del 1948. Questa inquietante realtà non si limita alle testimonianze palestinesi, ma trova un’agghiacciante conferma nei racconti dei soldati israeliani in pensione coinvolti in massacri come quello avvenuto a Tantura.

L’episodio storico a cui la scrittrice di Ramallah fa riferimento è quello avvenuto nel ’48, quando i soldati israeliani della Brigata Alexandroni dell’Haganah uccisero, entrando nel piccolo villaggio di Tantura, da 70 a 250 civili inermi, perlopiù giovani, che erano stati presi prigionieri di guerra, facendo inoltre fuggire tutti gli abitanti arabi, circa 1490 persone, nella vicina cittadina di Fureydis.

La stessa insidiosa tattica di armare il patriarcato e di sfruttare i corpi delle donne palestinesi continua senza sosta nel genocidio in corso a Gaza – prosegue Falastine Saleh – Di fronte alle atrocità e alle violenze sessuali in corso contro le donne palestinesi, supportate da prove e testimonianze, è imperativo che le femministe di tutto il mondo si sollevino in solidarietà e chiedano giustizia. L’armamento del patriarcato contro i nostri corpi, la nostra causa e il nostro popolo è una tattica riprovevole che deve essere esposta e condannata.

Dobbiamo anche sfidare la complicità dei media globali e delle ‘femministe’ coloniali nel perpetuare la nostra disumanizzazione e nel mettere a tacere le nostre voci.
È giunto il momento di agire. Invitiamo le attiviste femministe, le organizzazioni e gli alleati a stare al fianco delle donne palestinesi, ad amplificare le nostre narrazioni e a sostenere la responsabilità e la fine dell’occupazione, dell’assedio e del genocidio di Israele. Lavoriamo insieme per smantellare i sistemi di oppressione e costruire un mondo in cui i diritti e la dignità di tutte le donne siano sostenuti e rispettati.

La nostra lotta non è solo nostra; è una lotta universale per la giustizia, l’uguaglianza e la liberazione – ora più che mai. Unitevi a noi nella solidarietà mentre continuiamo a resistere e a persistere finché ogni palestinese non sarà libero dalle catene della violenza e dell’oppressione.

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