Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato di aver apposto la propria firma sui quattro decreti per la regolarizzazione del commercio di farine di insetti in Italia. Manovre firmate in tempi record che, come spiega lo stesso Ministro, serviranno per “garantire ai cittadini la consapevolezza di ciò che mangiano”.

Con l’autorizzazione da parte dell’UE della commercializzazione di farine di insetti, il Governo ha deciso di muoversi per provare a regolamentare al meglio la commercializzazione del cosiddetto Novel Food, in realtà già presente in Italia da tempo. In effetti, i decreti arrivano quasi fuori tempo massimo. Sulle nostre tavole, infatti, gli insetti hanno già fatto la loro comparsa, e la regolamentazione, definita in tempi record dal Governo, servirà più che altro a fare chiarezza sulle diciture delle etichette, finora il più delle volte incomprensibili, come nel caso del colorante E120 derivato dalle cocciniglie, utilizzato nelle caramelle gommose o nello yogurt alla fragola.

Senza contare che, secondo uno studio del Centro per lo sviluppo sostenibile e dell’università di Milano già oggi un italiano consuma inconsapevolmente in media circa mezzo chilo di insetti all’anno. Magari mangiando una barretta di cioccolato, che può contenere fino a otto pezzetti di insetti. Le particelle minuscole sono, infatti, tollerate perché è impossibile eliminarle. Come sottolineato da Andrea Ghiselli, past president della Sisa (Società italiana di Scienze dell’ Alimentazione) e riportato da Open, inoltre “le farine di insetti sono interessanti per le proteine, ma lo scalpore creato in questo periodo attorno al tema resta ingiustificato perché, tutto sommato, resteranno probabilmente destinate a un consumo di nicchia”.

Entrando nel dettaglio dei decreti appena firmati, il Ministro ha sottolineato:

Quello che i decreti prevedono è un’etichetta con provenienza del prodotto, i rischi connessi al consumo e il quantitativo di farine di insetti presente. Al contempo, abbiamo anche previsto scaffali appositi dove possono essere esposti questi prodotti all’interno dei negozi, così da permettere a chi vorrà scegliere grilli, larve e locuste di indirizzarsi lì e chi non vorrà farlo, come immagino la maggior parte degli italiani, di tenersi lontano. Per questo, prevediamo anche la certificazione, in modo che chi vorrà consumarli potrà farlo, ma chi non vorrà consumarli potrà continuare a non farlo.

La firma di questi decreti, che saranno presto notificati alla Commissione europea, è arrivata anche “grazie al contributo decisivo delle Regioni”, ha proseguito Lollobrigida, che ha chiuso il suo intervento sottolineando: “Questo lavoro è avvenuto in un tempo straordinariamente celere, a dimostrazione del fatto che il Governo sia coeso e lavori in collaborazione con le Regioni per la tutela della specificità italiana e del Made in Italy”.

Dello stesso tenore le parole del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha spiegato come la scelta sia stata:

Dettata dal principio della trasparenza su cui si fonda la capacità di scelta dei consumatori, che per esser liberi di utilizzarlo o meno, devono sapere come un prodotto sia stato realizzato, da dove provenga e con che cosa sia fatto. Ma questo è anche un modo per tutelare una delle eccellenze del Made in Italy nel mondo: la nostra dieta mediterranea.

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