Il 15 giugno 1983 il corpo di Francesca Alinovi, critica d’arte e docente di Estetica presso il DAMS di Bologna, venne ritrovato nel suo appartamento, tre giorni dopo il suo omicidio. La morte di Alinovi scosse profondamente l’Italia, dando il via a una serie di indagini e processi noti come “il delitto del DAMS“.

Francesca Alinovi, originaria di Parma, era una figura di spicco nel mondo dell’arte contemporanea. Conosciuta per la sua capacità di scoprire e promuovere nuovi talenti, Alinovi si era guadagnata il rispetto e l’ammirazione di molti. Il suo lavoro la portava spesso a New York, dove aveva stretto legami con artisti emergenti.

Il corpo di Alinovi fu trovato martoriato da 47 coltellate. Sul diario di Francesca, alla data del 20 dicembre 1981, è stata trovata una frase che sembra un inquietante presagio del suo destino. La scritta recita: “Io non volevo morire. Se tu mi leggi ora, e io sono morta, ricorda che io non volevo morire”.

Le indagini iniziali si concentrarono subito su una figura centrale nella sua vita: Francesco Ciancabilla, un giovane artista e suo amante poco più che ventenne che ammise di aver trascorso con lei il pomeriggio di quel lontano 15 giugno. Ciancabilla venne arrestato e processato per omicidio, anche se lui si dichiarò sempre innocente ed estraneo ai fatti.

Il processo contro Ciancabilla fu lungo e travagliato. Nonostante le numerose prove circostanziali e le perizie scientifiche fatte dopo il femminicidio, il principio del “ragionevole dubbio” rimase sempre presente. Ciancabilla fu assolto in primo grado per mancanza di prove, ma la sentenza venne poi ribaltata in appello e Ciancabilla fu condannato a 15 anni di carcere. Sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione.

Il condannato fuggì dopo la sentenza e rimase latitante per dieci anni, vivendo in Brasile, Argentina e infine in Spagna, dove fu arrestato a Madrid il 22 gennaio 1997. Dopo la scarcerazione, tornò in Italia nel 2011. Nonostante il suo arresto, molte domande rimangono ancora senza risposta.

Ciancabilla, oggi sessantaquattrenne, si considera un “artista, traduttore, insegnante di lingue e globetrotter”. Residente a Bologna, espone le sue opere sia in Italia che all’estero. Tra queste, ne ha dedicata una proprio a Francesca Alinovi.

Sul suo sito personale, Ciancavilla (oggi noto con il nome d’arte di Frisco) ha scritto: “Nel 1983 per una serie di disgraziate coincidenze (tra cui l’imperizia degli inquirenti e l’invidia di alcuni giovani artisti) verrò prima indiziato e alcuni anni dopo condannato per un infamante delitto per il quale ho sempre rivendicato la mia totale estraneità: mi vedrò costretto a lasciare l’Italia ed iniziare una lunga latitanza che mi porterà dapprima in Brasile, poi in Argentina e infine in Spagna. I primi anni continuo a dipingere e ad esporre, poi farò esperienze come grafico editoriale, fotografo, manager di gruppi musicali, barman, insegnante d’italiano. Rientrerò in Italia nel 2011 per riprendere a dipingere”.

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