"Ho fatto quel che dovevo" le agghiaccianti parole del femminicida di Gentiana Kopili

La 45enne è stata aggredita alle spalle dall'ex marito, arrivato in monopattino per non farsi riconoscere, e che subito dopo avrebbe detto "Ho fatto quel che dovevo".

L’ha raggiunta in monopattino, e poi l’ha aggredita, mentre si recava sul luogo di lavoro; così è morta la 45enne Gentiana Kopili, accoltellata a morte dall’ex marito 55enne Nikollaq Hudhra, albanese come lei, a Tolentino, nel maceratese.

Kopili, badante, è stata colpita ripetutamente dall’uomo, un agricoltore che lavora nel perugino, che poi ha infierito a calci una volta che la donna è caduta a terra, mentre stava andando ad accudire l’anziana di cui si occupava in via Buozzi; nelle immagini riprese con il telefono da alcuni testimoni, si vede Hudhra sedersi una panchina subito dopo l’aggressione, mentre alcuni passanti camminano sconvolti avanti e indietro nei pressi del corpo ormai senza vita della 45enne; “Ho fatto quel che dovevo fare, ora chiamate i carabinieri” sarebbero state le parole pronunciate dal femminicida, riportate da alcuni presenti alla drammatica scena.

Le prime ipotesi seguite dalle forze dell’ordine rimandano alla premeditazione del femminicidio, stante anche il set di coltelli che sarebbe stato rinvenuto nell’auto dell’omicida, secondo quanto riportato dai media locali; il delitto si è consumato al termine di una giornata in cui Huhdra, arrivato da Passignano sul Trasimeno, in Umbria, dove risiedeva, è stato in compagnia del figlio minore Mario – la coppia ha anche un altro figlio, Samuel, 23enne -; quando l’ha lasciato, il 55enne ha raggiunto via Benadduci, teatro del femminicidio, e ha aggredito la ex moglie alle spalle, mentre quest’ultima si trovava al telefono con un’amica. Secondo quanto riportato nella confessione, Hudhra avrebbe detto di aver agito per “liberare i figli. Li voleva avvelenare, voleva avvelenare me. Dovevo liberarli”. E ha aggiunto “Era la terza volta che volevo farlo. L’ho raggiunta con il monopattino perché lei conosce la mia auto”.

Al momento Nikollaq Hudhra è agli arresti con l’accusa di omicidio volontario premeditato aggravato dalla crudeltà e dall’aver ucciso la donna, ma non è escluso che su di lui possa essere effettuata una perizia psichiatrica; a suo carico non risultano denunce o condanne precedenti, anche se il Corriere Adriatico ha raccolto la testimonianza del fratello della vittima, Artur Kopili, che racconta una versione differente: “Già alcuni anni fa aveva denunciato l’ex marito – ha detto l’uomo, aggiungendo poi – Non sappiamo ancora se i funerali verranno celebrati qui o nel nostro Paese”.

“Sono distrutto, non riesco a parlare. Sabato pomeriggio sono andato in un bar con mio padre”, sono state invece le parole di Mario, figlio della coppia.

L’uomo ha trascorso le prime notti in isolamento nel carcere di Montacuto, ad Ancona, in attesa dell’udienza di convalida che dovrebbe svolgersi tra oggi e domani.

Gentiana Kopili è la vittima di femminicidio numero 25 dall’inizio dell’anno.

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