Daniel Sancho Bronchalo, figlio 29enne del famoso attore spagnolo Rodolfo Sancho Aguirre, è stato arrestato per aver ucciso e smembrato il suo compagno di viaggio.
Daniel Sancho Bronchalo, figlio del famoso attore spagnolo Rodolfo Sancho Aguirre, è stato arrestato in Thailandia per avere ucciso e smembrato il suo compagno di viaggio, un chirurgo colombiano di 44 anni, Edwin Arrieta Arteaga.
Il 29enne ha confessato l’omicidio alle autorità in un tribunale thailandese nella giornata di ieri 7 agosto, e ha dichiarato all’agenzia di stampa spagnola EFE di aver ucciso Arrieta Arteaga perché l’uomo lo “teneva in ostaggio”, perché era “ossessionato” da lui e lo minacciava.
Sancho Bronchalo si trovava sull’isola turistica di Koh Phangan insieme al chirurgo per una vacanza. Il figlio della coppia di attori Rodolfo Sancho Aguirre e Silvia Bronchalo, si trovava in Thailandia anche per lavoro, essendo stato assunto come chef.
Sancho Bronchalo è accusato di omicidio premeditato, in quanto ha nascosto parti del corpo della vittima per impedirne il ritrovamento.
Lo chef ha presentato denuncia per la scomparsa dell’amico poco dopo che i resti umani del chirurgo sono stati scoperti in una discarica dai raccoglitori di rifiuti la mattina di giovedì 3 agosto, e altri sono stati scoperti il giorno successivo nello stesso luogo.
Domenica l’uomo ha condotto la polizia in 7 siti, dove avrebbe gettato i resti del corpo smembrato della vittima in sacchi di plastica. La testa del 44enne è stata ritrovata in mare, mentre la polizia sta ancora cercando le mancanti parti del corpo del chirurgo, ancora disperse.
Le analisi del DNA hanno confermato che i resti trovati appartengono ad Arrieta.
Secondo il rapporto della polizia locale il giovane era arrivato sull’isola il 31 luglio scorso, e il 1 agosto ha acquistato guanti di gomma, coltelli e sacchi per la spazzatura, oltre a una bottiglia di detergente, portando la polizia a concludere che aveva pianificato di uccidere Arrieta, che l’ha raggiunto sull’isola il 2 agosto.
Il 29enne attualmente è detenuto in una prigione sull’isola di Koh Samui. Gli è stata negata la libertà su cauzione e ora rischia una condanna che prevede da 15 anni all’ergastolo e anche la pena di morte, nonostante la massima pena sia applicata molto raramente in Thailandia.
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