Per il suicidio della giudice Francesca Ercolini indagato il marito: costretta a "vita non conforme"

La giudice venne trovata suicida nella sua casa il 26 dicembre di un anno fa. La Procura de L'Aquila oggi ha chiuso le indagini, con una svolta clamorosa: il marito avvocato è indagato per maltrattamenti.

Emerge un retroscena inquietante nella morte della giudice Francesca Ercolini, trovata senza vita, suicida, la mattina del 26 dicembre 2022 nella sua casa di via Battisti a Pesaro. La procura de L’Aquila, competente per il coinvolgimento di un magistrato, nella chiusura delle indagini chiederà, con tutta probabilità, il rinvio a giudizio a carico del marito della magistrata, l’avvocato Lorenzo Ruggeri.

A suo carico, infatti, peserebbero delle accuse di maltrattamenti, ma un altro procedimento pende, presso il Tribunale dei Minori, anche a carico del figlio quindicenne della coppia, accusato di essere concorrente nel reato.

Secondo alcuni parenti di Ercolini la donna sarebbe infatti vissuta in un ambiente familiare estremamente abusante, provato anche dallo scambio quotidiano con la madre, Carmela Ercolini, residente nella regione d’origine della magistrata, il Molise, via chat, con immagini e video “assicurate per mezzo di quotidiano backup consigliato dalla vittima ‘perché se ne abbia memoria'”, come si legge nei documenti della Procura, dalle quali emergerebbero “Ritratti inequivocabili di lividi, escoriazioni ripetute”, che sarebbero “il risultato delle violenze domestiche cui era sottoposta la donna”.

Gli atti parlano anche, come riporta Il Resto del Carlino, di una “lunga crisi sentimentale della coppia oltre ad un rapporto non facile con il figlio minorenne”, mentre il cugino di Francesca Ercolini, Carlo Perrella, ha spiegato al Corriere della Sera: “Parlai all’obitorio di Pesaro con la sua donna delle pulizie, quel giorno mi raccontò tutto il dramma di Francesca, la sua crisi, la sua profonda depressione per ciò che era costretta a subire da tempo, la violenza del figlio adolescente, le stranezze del marito avvocato”.

Francesca Ercolini, 51 anni, presidente della sezione civile al Tribunale di Ancona, venne ritrovata in casa proprio dal marito e dal figlio adolescente, usciti per comprare dei pasticcini, verso mezzogiorno, il giorno di Santo Stefano dello scorso anno; la morte fu attribuita ad asfissia, sopraggiunta dopo che la donna si era legata un foulard al collo e si era appesa alla balaustra del piano superiore.

Ruggeri, avvocato civilista – e proprio per evitare l’incompatibilità professionale Ercolini si era fatta trasferire ad Ancona – avrebbe sottoposto la moglie, secondo l’ipotesi ora sostenuta dall’accusa, a “una vita non conforme alla normale esistenza”, basandosi, come detto, in primo luogo sulle testimonianze di chi la giudice la conosceva bene. Come Perrella.

“Venne ad agosto dell’anno scorso a inaugurare un busto dedicato a mia madre, l’ex consigliera regionale del Molise Angiolina Fusco Perrella, morta nel 2021 – spiega ancora il cugino al CorriereIo stesso mi accorsi di certi lividi in volto. Il figlio ha dei problemi ma lei non ne voleva parlare”.

La conclusione delle indagini preliminari è arrivata non dopo una certa bagarre in Procura; il pm della prima ora aveva chiesto per Ruggeri la custodia cautelare in carcere per presunti tentativi di inquinamento delle prove, ma il capo dell’ufficio, nel respingere l’istanza, aveva riassegnato il caso a un collega. Ora, dopo un anno di indagini, la svolta, con l’indagine per maltrattamenti a carico del marito e una posizione stralciata per il figlio inviata al Tribunale dei Minori. È stata invece archiviata l’ipotesi, emersa in un primo momento, di istigazione al gesto estremo, vista l’assenza di prove.

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