*** Aggiornamento del 4 agosto 2021 ***

Si erano levate tante polemiche attorno alla partecipazione della neozelandese Laurel Hubbard alle Olimpiadi, come prima atleta transgender nel sollevamento pesi.

La sua forza sarà sempre quella di un uomo

Vuoi o non vuoi, resta un uomo

Non è corretto nei confronti delle altre atlete in gara

Questo, in poche parole, il tenore di molti dei commenti circa la sua partecipazione; di fatto, però, l’Olimpiade di Laurel è già finita, perché la sollevatrice è stata eliminata subito dalla corsa per le medaglie nella sua categoria, +87 kg.

Vani tutti e tre i tentativi: Hubbard si è sbilanciata nel primo sollevamento, da 120 kg, si è vista annullare dalla giuria il secondo tentativo e ha ripetuto l’errore della prima volta nell’ultimo. L’oro è poi andato alla cinese Li Wenwen.

L’atleta neozelandese è comunque soddisfatta dall’esperienza di Tokyo.

Vorrei solo ringraziare il popolo giapponese per aver ospitato le Olimpiadi in circostanze così straordinarie – ha detto alla Gazzetta dello Sport – Penso che tutti conoscano i sacrifici che sono stati fatti e la situazione attuale in Giappone, quindi quanto è stato fatto è straordinario ed è encomiabile.

Qualche parola, ovviamente, anche attorno alla sua partecipazione.

Non sono ignara delle polemiche che circondano la mia partecipazione a questi Giochi, e per questo motivo vorrei ringraziare il Cio per aver affermato il suo impegno per i principi olimpici e per aver stabilito che lo sport è per tutte le persone. È inclusivo e accessibile.

*** Articolo originale ***

L’Olimpiade di Tokyo è stata progettata con un occhio particolare al gender gap, per ridurlo il più possibile, tanto che nella competizione, per la prima volta, sono state inserite nuove discipline femminile, come la canoa.

Ma quella giapponese rischia di essere ricordata anche come l’Olimpiade delle prime volte per molte delle atlete; fra loro, ad esempio, Laurel Hubbard, sollevatrice di peso e prima atleta transgender a competere nella disciplina ai Giochi Olimpici.

L’atleta  Laurel Hubbard ha compiuto il suo percorso di transizione nel 2012, e come donna ha vinto l’argento ai campionati del mondo 2017 ed è arrivata sesta nel 2019, dopo aver subito un grave infortunio ai Giochi del Commonwealth 2018 in Australia.

È stata giudicata idonea rispetto ai criteri di ammissibilità IWF, IOC e NZOC, inclusi i criteri di ammissibilità IWF per le atlete MtF in base alle linee guida della Dichiarazione di Consenso del CIO, secondo cui le atlete che si identificano come donne possono competere nella categoria femminile a condizione che il loro livello totale di testosterone nel siero sia mantenuto al di sotto di 10 nanomoli per litro per almeno 12 mesi e non possano cambiare per competere di nuovo come uomini.

Tuttavia, sulla partecipazione di Laurel c’è già chi ha sollevato polemiche per presunte irregolarità e vantaggi che quest’ultima avrebbe nelle gare. Fra queste, c’è una delle rivali di Laurel alla competizione olimpica, la sollevatrice di pesi belga Anna Vanbellinghen, che gareggia nella stessa divisione, +87 kg, della neozelandese, e che ha sottolineato di sostenere pienamente la comunità transgender, ma di pensare che Hubbard non sia idonea a gareggiare.

Sono consapevole che definire un quadro legale per la partecipazione delle persone transgender nello sport sia molto difficile, poiché esiste un’infinita varietà di situazioni, e che raggiungere una soluzione del tutto soddisfacente, da entrambi i lati del dibattito, è probabilmente impossibile. Tuttavia, chiunque abbia praticato il sollevamento pesi ad alto livello sa che in questa disciplina contano molto le proprie ossa: questa particolare situazione è ingiusta per lo sport e per le atlete.

I ricorsi contro Hubbard sono comunque tutti stati rigettati.

A proposito di prime volte, nel sollevamento pesi ci sarà anche la trentunenne Mahassen Hala Fattouh, che per la prima volta, appunto, rappresenterà il suo Paese, il Libano, nella categoria 64 kg-76 kg ai Giochi; le atlete hanno rappresentato il Libano in altri sport nelle competizioni regionali, panarabe e continentali e alle Olimpiadi, ma Fattouh è la prima sollevatrice di pesi del Paese a competere ai Giochi.

Sarò per sempre la prima donna a rappresentare il Libano nel sollevamento pesi, è qualcosa di cui sono così orgogliosa – ha detto – Spero di condividere questa sensazione con ogni donna, ragazza e giovane libanese che cerca di realizzare il proprio sogno.

Sono senza parole, ma sono piena di gratitudine per così tante persone che mi hanno supportato e hanno avuto un ruolo per farmi arrivare a questo momento.

Sfogliate la gallery per conoscere altro delle due atlete.

Il primato della sollevatrice di pesi trans Laurel Hubbard alle Olimpiadi di Tokyo
Fonte: instagram @notibomba/ @mahassenhala
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