La nostra non è certamente la sede per esprimere giudizi e sentenze che saranno, nel caso, rimandate ai luoghi più appropriati, anche se il tam tam mediatico di queste ultime settimane ha inevitabilmente permesso di aprire i tribunali social, come del resto è sempre accaduto nelle ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolti personaggi più o meno famosi, per schierarsi apertamente tra i colpevolisti o gli innocentisti.
Certo è che, al di là dell’esprimere un giudizio personale sulla situazione, del voler sindacare o attribuirsi verità assolute che, per forza di cose, naturalmente tali non possono essere, il Cristiano Ronaldo- gate ha spiazzato un po’ tutti, anche chi non è esattamente ferrato nel calcio e se ne frega dei titoli e trofei – tanti – vinti dal portoghese.
La sua vicenda ci impressiona per una serie di motivi: in primis, perché arriva giusto a breve distanza da quella di Asia Argento e delle accuse di Jimmy Bennett a suo carico, con il conseguente allontanamento preventivo di lei dal ruolo di giudice di X Factor.
Cosa che potrebbe darci la possibilità di vedere se la procedura seguita con l’attrice, su cui, come per Ronaldo, non esistono processi a carico ma solo accuse tutte da verificare, si ripeterà con il campione portoghese.
In secondo luogo, è innegabile che la bruttissima storia di stupro in cui è stato coinvolto l’asso della Juventus ci imponga una riflessione su quanto labile sia la via del successo e della fama mondiale, quanto rapida possa essere la discesa verso l’abisso, e precoce la parabola che può trasformarti da idolo delle folle in mostro, almeno a livello mediatico; in realtà, per ora sembrano in numero maggiore quelli disposti a difendere a spada tratta CR7, ma certo un segno, sulla reputazione impeccabile del 5 volte Pallone d’Oro, un’ombra, una macchia difficile da togliere, questa storia la lascerà su di lui.
Finché la giustizia non avrà fatto il suo corso, e partendo dal presupposto che i processi e gli scontri via social, per quanto inadeguati, non si esauriranno, ci sarà sempre chi sosterrà che Ronaldo ha abusato della sua popolarità o che lei è la classica “puttanella” che prima ci sta e poi sul più bello si tira indietro; si troveranno giustificazioni a un gesto abominevole trincerandosi dietro il lessico da maschio Alpha consumato, con frasi tipo “Bella, ti piaceva il calciatore, che ci sei andata a fare in camera con lui se poi non volevi?”, ignorando del tutto il fatto che un “no” è sempre un no, anche se pronunciato all’interno di un letto, o si condannerà il calciatore un po’ presuntuoso e arrogante che coi suoi soldi pensa di poter comprare tutto, anche la dignità delle persone. Insomma, fuori dalle aule ci sarà già chi ha abbondantemente dato le sue sentenze e condanne.
Noi, invece, finché le cose non saranno chiarite, preferiamo attenerci ai fatti, quelli emersi finora, e agli scenari possibili che possono prefigurarsi di fronte a Ronaldo qualora le accuse dovessero essere confermate. Abbiamo riassunto i passaggi principali della vicenda in gallery.
Lei è la sua principale accusatrice
Kathryn Mayorga, modella inglese oggi trentaquattrenne, è la principale accusatrice di Ronaldo. La donna ha affermato di essere stata stuprata dal calciatore nella suite dell’hotel Palms Place, a Las Vegas, il 13 giugno del 2009, il giorno dopo la firma che legava CR7 al Real Madrid. Kathryn ha inizialmente accettato una somma di 375.000 dollari per la non divulgazione della notizia, ma oggi il suo avvocato, Leslie Mark Stovall, ha presentato una denuncia formale in Nevada sostenendo un vizio di forma da parte dei legali di Ronaldo che renderebbe nullo l’intero accordo.
Quella notte a Las Vegas
Il team di legali di Ronaldo, capitanati da Carlos Osório de Castro, avrebbe fatto pedinare la modella per mesi, oltre a inviare investigatori per esaminare la scena dove si sarebbe consumato lo stupro. Der Spiegel, giornale tedesco che per primo ha lanciato la notizia bomba, rivelato che nell’estate del 2009 de Castro avrebbe inviato un’email a un collega, dicendo che avevano un problema con “il bambino” – così avevano deciso di chiamare Ronaldo – relativo a una notte a Las Vegas.
I documenti mostrano che gli avvocati di Ronaldo negli Stati Uniti hanno inviato un investigatore privato a Palms Place che ha ispezionato la suite in cui Ronaldo soggiornò durante le sue vacanze a Las Vegas, misurando le stanze e la Jacuzzi e testando l’acustica.
Il team di legali di Ronaldo voleva sapere tutto sulla Mayorga, che all’epoca aveva 25 anni. L’hanno fatta pedinare da un investigatore privato che annotava quando usciva di casa, chi incontrava, dove andava a mangiare e quanti bicchieri di vino rosso bevesse a cena. L’investigatore ha persino estratto il numero del suo certificato di matrimonio, ha saputo che aveva votato per i democratici e di non aver pagato a volte il parcheggio.
La versione di Ronaldo
A settembre di quell’anno, i legali di Ronaldo hanno elaborato un questionario completo per preparare una memoria difensiva, ascoltando la versione di Ronaldo di quella notte a Las Vegas.
La domanda principale era:
Descrivi in dettaglio cosa è successo a partire dal primo contatto fisico che hai avuto con la signora C nell’altra stanza e descrivi la sequenza degli eventi.
Uno degli avvocati della squadra di Ronaldo ha annotato la sua risposta:
Lei era su un lato, si è messa a disposizione, era sdraiata su un fianco, a letto, e io l’ho presa da dietro, è stato rude, non abbiamo cambiato posizione per 5/7 minuti. Non voleva, ma si è resa disponibile, tutto il tempo è stato rude, l’ho girata su un fianco ed è stato veloce, forse le ho lasciato dei lividi quando l’ho afferrata … Ma lei continuava a dire “no” ‘Non farlo.’ ‘Io non sono come le altre’. Dopo mi sono scusato.
Domanda: ‘La signora C ha mai alzato la voce, o urlato?’
Risposta: Ha detto di no e di fermarmi più volte’.
Secondo i documenti di Football Leaks, questa versione degli eventi è cambiata. A dicembre è emerso un altro questionario con risposte diverse, in cui la risposta alla domanda su quello che era successo in camera da letto recitava: “Stava sdraiata sul letto, io sono entrato da dietro, non abbiamo cambiato posizione, sono passati 5/7 minuti, lei non ha urlato. Non ha chiesto aiuto o cose del genere”.
La sorella lo difende
Molti, però, si sono schierati col campione portoghese; a partire dalla sorella, Katia, che su Instagram ha pubblicato un’immagine di CR7 vestito da Superman.
Anche la Juventus difende a spada tratta il suo attaccante, mentre la Nike, main sponsor di Ronaldo, con cui ha un contratto da 24 milioni annui, per ora prende le distanze dalla vicenda.
Sceglie invece il silenzio, almeno per ora, la compagna Georgina Rodriguez, madre della piccola Alana.
Cosa potrebbe succedere a Ronaldo
Altre due donne avrebbero denunciato di essere state violentate da Ronaldo, come ha fatto sapere l’avvocato Stovall. Ma a quale destino potrebbe andare incontro l’asso portoghese se le accuse fossero confermate?
Secondo la legge del Nevada, capitolo 200 – paragrafo 366 – del Revised Statute del 2017, una persona è colpevole di aggressione sessuale se:
Sottomette un’altra persona a penetrazione sessuale o costringe un’altra persona a mettere in atto una penetrazione sessuale su se stessa o su altri contro la volontà della vittima, oppure in presenza di condizioni in cui il perpetratore sa o dovrebbe sapere che la vittima non è in grado di resistere o di comprendere la natura della propria condotta.
In Nevada i sexual assaults rientrano tra i reati puniti più severamente, e la pena è l’ergastolo, con la possibilità di ottenere la libertà condizionale – dopo un minimo di 10 anni di reclusione – se la vittima non ha subito rilevanti lesioni fisiche (substantial bodily harm). L’aggressore può inoltre essere inserito nella lista dei Nevada Sex Offender, un registro pubblico nel quale vengono elencati gli aggressori sessuali, divisi per città o quartieri.
Se Ronaldo dovesse essere processato e rifiutasse di presentarsi in tribunale, i pubblici ministeri del Nevada potrebbero richiederne l’estradizione. I rischi possibili, risarcimenti milionari a parte, sono l’interruzione della carriera calcistica, dei contratti di sponsorizzazione e ovviamente il procedimento penale.
Al momento le prove appaiono comunque insufficienti per arrivare al processo.
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