Gianmarco Tamberi è oro (e che oro!) nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo 2020. L’atleta marchigiano ha coronato il sogno (suo e dei tifosi) domenica 1 agosto 2021 regalando agli italiani uno dei momenti più emozionanti di questa edizioni dei Giochi e forse uno dei più intensi per lo sport azzurro degli ultimi anni.

Gimbo, questo il suo soprannome, con la performance a 2.37 di altezza è volato sul podio più alto e ha conquistato la medaglia che mancava all’Italia dal 1980, dopo quella di Sara Simeoni ai Giochi di Mosca.

C’è tutto in questo oro: determinazione, amicizia, rivalsa e amore per lo sport. Tamberi non è solo sul tetto del mondo: a condividere con lui le glorie olimpiche c’è il suo avversario Mutaz Essa Barshim del Qatar. L’italiano e il rivale, amici e uniti anche per aver vissuto lo stesso terribile infortunio, la rottura del tendine di Achille, erano in perfetta parità, sono arrivati ai salti dei 2.37 senza mai commettere errori.

Poi entrambi hanno sbagliato i tre tentativi a 2.39. Con tutti gli altri atleti già fuori gara, i giudici li hanno fatto la fatidica domanda prevista dal regolamento: “Volete l’oro ex aequo oppure volete sfidarvi, volete fare lo spareggio, un salto dopo l’altro ripartendo da 2.37 e quindi ripercorrendo a ritroso le tappe dell’ascesa?”. Il resto è già leggenda, i due hanno scelto un oro condiviso e hanno scritto una pagina di storia olimpica insieme, abbracciati sullo stesso podio. 

“Non voglio svegliarmi da questo sogno”, ha scritto Gianmarco su Instagram e calcolando gli sforzi fatti si capisce bene il perché.

Nato a Civitanova Marche, il 1 giugno 1992, Gianmarco Tamberi è nel giro del salto in alto da oltre 7 anni, dalla vittoria agli Assoluti italiani di Rovereto. Dal 2014 al 2016 ha percorso velocemente la strada verso il successo, stabilendo anche un primato italiano proprio con il salto di 2.39 nella stagione in cui era diventato Campione Europeo e poi Campione Mondiale Indoor a Portland 2016. Subito dopo, nelle Olimpiadi di Rio, il suo sogno sembrò interrompersi a causa dell’infortunio alla caviglia che lo costrinse al gesso e alla riabilitazione. Ed è proprio quel gesso che Gimbo ha usato come talismano e che ha portato con lui sul podio di Tokyo 2020, e non si può dire che non abbia funzionato.

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