Per il giudice "Baby Reindeer" non è una storia vera: Fiona Harvey può fare causa a Netflix

Dopo il successo della serie e dopo che in fan l'avevano individuata come la presunta "vera Martha", Fiona Harvey si è mossa per difendersi in tribunale, trovando ora l'appoggio di un giudice.

Un giudice del tribunale distrettuale della California ha stabilito che la serie di Netflix, Baby Reindeer, non è basata su una storia vera.

Questa decisione apre la strada a Fiona Harvey, la presunta stalker che ha ispirato il personaggio di Martha nello show, per procedere con la sua causa per diffamazione contro Netflix. Harvey sostiene che la serie abbia diffuso falsità sul suo conto, ritraendola come una criminale condannata per stalking, fatto che lei nega categoricamente.

Fiona Harvey, nonostante non sia mai nominata direttamente in Baby Reindeer, è stata facilmente identificata dal pubblico grazie a ricerche su internet. Dopo la pubblicazione della serie, Harvey ha dichiarato di essere stata riconosciuta come la “stalker” della vicenda in un’intervista controversa con il presentatore Piers Morgan.

A seguito della trasmissione, ha ricevuto minacce e abusi sui social, descrivendo la serie come un tentativo di Richard Gadd di umiliarla pubblicamente.

La decisione del giudice Klausner

Il giudice Gary Klausner ha confermato che, nonostante alcune similitudini tra la vita di Harvey e quella del personaggio di Martha, Baby Reindeer include molte falsità. Harvey, ad esempio, non ha mai trascorso cinque anni in carcere per stalking, non ha mai aggredito sessualmente Gadd, né lo ha aspettato davanti a casa sua per ore, come rappresentato nello show.

Baby Reindeer è una serie scritta e interpretata dal comico scozzese Richard Gadd, che racconta la sua presunta persecuzione da parte di una stalker tra il 2015 e il 2018.

Nella prima scena della serie appare la scritta “Questa è una storia vera”, inducendo il pubblico a credere che i fatti raccontati fossero realmente accaduti. Harvey ha contestato questa affermazione, e il giudice Klausner le ha dato ragione, permettendole di proseguire con la causa per diffamazione.

Le accuse di Harvey e la difesa di Gadd

Richard Gadd si è difeso sostenendo che la serie e lo spettacolo teatrale su cui è basata fossero entrambi romanzati. Ha riconosciuto che Harvey lo perseguitò mentre lavorava in un pub a Londra, inviandogli migliaia di email e messaggi vocali inquietanti, ma ha sempre negato che la serie fosse una rappresentazione fedele degli eventi.

In risposta, Harvey ha intentato una causa per 170 milioni di dollari, affermando che Baby Reindeer l’avesse diffamata, associandola a crimini mai commessi. La sua reputazione è stata danneggiata e ha subito un grave disagio emotivo a causa dell’errata rappresentazione nella serie.

Le implicazioni per Netflix

Sebbene Netflix abbia ottenuto l’archiviazione delle accuse per violazione della privacy e negligenza, la piattaforma dovrà affrontare il processo per diffamazione.

Il giudice Klausner ha citato un articolo del Sunday Times secondo cui Gadd avrebbe avuto delle riserve sull’uso della frase “Questa è una storia vera”, ma che Netflix avrebbe insistito per includerla. Questo dettaglio potrebbe dimostrare un intento doloso, poiché la piattaforma ha pubblicizzato lo show come un fatto reale pur sapendo che fosse romanzato.

La causa di Harvey contro Netflix è destinata a proseguire, con la prima udienza fissata per il 6 maggio 2025. Nonostante i successi ottenuti dalla serie, inclusi premi agli Emmy, Baby Reindeer continua a essere al centro di polemiche, questa volta nelle aule di tribunale.

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