Mentre il 25 novembre scorso Filippo Turetta si è presentato in aula per la terza udienza del processo a suo carico – nella stessa giornata, quella per l’eliminazione della violenza sulle donne, a un altro femminicida, Alessandro Impagnatiello, è stato dato l’ergastolo, la stessa pena che rischia Turetta – emerge una pagina del diario di Giulia Cecchettin in cui sono elencati 15 motivi che l’hanno portata a interrompere la relazione con l’ex fidanzato, che le ha poi tolto la vita nel novembre del 2023.

  • Abbiamo litigato per il fatto che non lo avessi fatto venire al compleanno della Elena (sua sorella, ndr.).
  • Ha sostenuto più volte fosse mio dovere aiutarlo a studiare.
  • Si lamentava quando mettevo meno cuori del solito.
  • Necessitava di messaggi molte volte al giorno.
  • Ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura, robe così.
  • Quando lui ha voglia tu non puoi non averne se no diventa insistente.
  • Non accetta le mie uscite con la Bea e la Kiki.
  • Non accetterebbe mai una vacanza mia in solitaria con maschi nel gruppo.
  • Tendenzialmente i tuoi spazi non esistono.
  • Lui deve sapere tutto, anche quello che dici di lui alle tue amiche e allo psicologo.
  • Durante le litigate dice cattiverie pesanti e quando l’ho lasciato mi ha minacciato solo per farmi cambiare idea…
  • C’è stato un periodo in cui dopo esserci detti ‘Buonanotte’ mi mandava sticker finché non vedeva che non ricevevo più messaggi per controllare che fossi davvero andata a dormire.
  • Tutto quello che gli dici per lui è una promessa e prova a vincolarti così.
  • Prendeva come un affronto il fatto che volessi tornare a casa prendendo l’autobus alla fermata più vicina e non in stazione.
  • Una volta si è arrabbiato perché scesa dall’autobus volevo fare 5 minuti a piedi da sola mentre lui era da un’altra parte senza aspettarlo.

Su Filippo Turetta pendono le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall’efferatezza; nella sua prima deposizione al processo ha ammesso di aver ragionato sul rapimento e l’uccisione di Giulia Cecchettin, procurandosi i coltelli e il nastro adesivo con cui l’ha bloccata.

La tesi della premeditazione portata avanti dal pm Andrea Petroni è stata smentita dal legale del ragazzo, Giovanni Caruso, che nella sua arringa del 25 novembre scorso ha detto: “Se c’è uno che non sa premeditare alcunché è Filippo Turetta. Non me ne voglia Filippo ma, a meno che non sia il più consumato degli attori, è insicuro: è insicuro di fare gli esami, non sa se riprendere a giocare a pallavolo, non sa se Giulia è ancora innamorata di lui. Ha detto che questo è un caso di scuola della premeditazione, dissento: non è proprio un caso di scuola”. Il legale sostiene piuttosto la tesi della preordinazione, che presuppone la presenza del proposito omicida, ma non continuativo nel tempo.

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