"Gloria!": l'opera prima della cantautrice Margherita Vicario è un inno alla sorellanza

Nel film, la regista esordiente si interroga su cosa ne sia stata della musica composta dalle tante donne presenti negli istituti caritatevoli settecenteschi, in un mondo in cui la storia è stata scritta dagli e per gli uomini.

Suoniamo per la gloria, qui non si fa la storia” ripete il motivetto di Aria una delle tracce contenute nella bella colonna sonora di Gloria! (rigorosamente con il punto esclamativo, a ricordare che si tratta del canto a Dio, non del nome di una persona) film della cantautrice Margherita Vicario, per la prima volta dietro la macchina da presa.

Chi conosce la sua musica sa che parla spesso, mescolando generi e lingue, di integrazione, di sesso, di donne e di sorellanza, ma anche di sentimenti e del ruolo dell’arte e dell’artista in questa nostra società, sempre con un piglio leggero e ricco di grande espressività (aiutata come è dal suo passato di attrice e dal suo amore più volte dichiarato per il musical).

Non stupisce, dunque, che nella sua opera prima sul grande schermo, abbia deciso di occuparsi di un argomento davvero poco – o forse per niente – bazzicato dalla nostra cinematografia: in un mondo a misura d’uomo, cosa ne è stata della musica scritta e composta dalle tante donne presenti negli istituti caritatevoli settecenteschi?

Fino all’alba dell’Ottocento, infatti, a Venezia e dintorni vi erano quattro Ospedali, istituti assistenziali sovvenzionati dal governo veneziano e in cui veniva impartita la più alta formazione musicale. Giunti a maggiore età, gli orfani maschi che vi erano ospitati andavano a lavorare, mentre le ragazze restavano lì, a meno di sposarsi o farsi monache.

Le giovani più dotate entravano a far parte del coro e dell’orchestra e si esibivano protette da una grata durante le funzioni della cappella. Molti aristocratici giunti anche dall’estero frequentavano il conservatorio, a cui spesso elargivano lasciti e donazioni.

Il più celebre era l’Ospedale della Pietà, dove nel 1703, all’età di 25 anni, Antonio Vivaldi venne ordinato sacerdote e trovò impiego. Per quarant’anni, il “prete rosso” si occupò dell’educazione musicale delle “figlie di choro”, che suonavano e cantavano a differenza delle “figlie di Comun” che, prive di talenti, erano addette alla filatura, ai lavori di cucito, alla pulizia e alla cucina.

Le uniche persone che potevano permettersi di studiare musica a quei livelli, nell’apice dello splendore della Venezia Barocca del Settecento, erano insomma le nobili e le orfane, che però potevano ambire solo a un buon matrimonio, oppure a suonare a vita per la Gloria di Dio.

È proprio per quelle generazioni di “compositrici che, come fiori secchi, sono state dimenticate nelle pagine della Storia” che Margherita Vicario dedica il suo film, in cui immagina quanto talento e quanta fantasia abbia percorso la mente di quelle giovani donne, senza che ne sia praticamente rimasta traccia.

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Galatea Bellugi in Gloria! di Margherita Vicario (Courtesy Press Office)

Perché vedere Gloria! di Margherita Vicario

Fresco, frizzante, travolgente: Gloria! di Margherita Vicario è un film che vanta una grazia rara nella attuale filmografia nostrana, capace di riscattare da tanta mediocrità così facile da trovare in giro di questi tempi. Si fa amare per la qualità della sua fattura, per la bella fotografia (di Gianluca Palma) capace di bagnare di una luce calda e ricca in chiaroscuri ambienti e personaggi, che richiamano ai quadri di Guardi e di Canaletto, ma anche alle atmosfere di William Hogarth, per la correttezza filologica, per la bravura delle attrici e degli attori coinvolti, per la storia semplice ma coinvolgente.

«Tenevo tantissimo alla verosimiglianza di questa storia, che è vero, è piena di guizzi fantastici, salti nel tempo musicali, ma ha anche l’ambizione di raccontare la reale condizione di queste musiciste nella loro epoca. Con costumi, scenografia e fotografia abbiamo lavorato in questa direzione: apparentemente è un film propriamente d’epoca con molta cura nei colori, nelle references pittoriche e nei dettagli di scenografia. Il punto di partenza è quindi filologico e solo da lì poteva partire poi l’aspetto più “fantastico” che è invece delegato al mondo interiore delle protagoniste e alle loro creazioni musicali», ha spiegato Margherita Vicario che per il suo debutto ha voluto con sé alcuni professionisti affermati come Luca Servino e Susanna Abenavoli alla scenografia.

A loro si deve la ricerca del pianoforte ottocentesco, elemento dirimente del film, e dei tanti strumenti in scena, come gli archi (accordati con corde di budello, proprio come erano in uso in quel periodo), la spinetta e il clavicordo, ma anche della trasformazione di Palazzo Steffaneo Roncato, a Crauglio in provincia di Udine, nel veneziano Istituto Sant’Ignazio, dove si svolge la storia. Di Mary Montalto, invece, gli abiti blu delle 25 figlie di Choro e quelli nei colori della terra delle figlie comuni, destinate a fare le sguattere.

Appagato lo sguardo, quello con cui si torna a casa dopo la visione di Gloria! è un certo entusiasmo per la autenticità con qui Margherita Vicario ha messo in scena quanta forza rivoluzionaria ci può essere in una amicizia tra ragazze: il legame tra le 5 protagoniste si salda, infatti, intorno a una passione comune, la musica. Con buona pace di relazioni tossiche e principi azzurri, le giovani donne, potenti e creative, ma anche delicate e un pizzico romantiche, si salvano da sole. Gloria! di Margherita Vicario è un piccolo inno alla sorellanza, di cui godere dalla prima fino all’ultima nota della sigla finale.

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Una scena di Gloria! di Margherita Vicario (Courtesy Press Office)

Scheda del film

Opera prima della cantautrice Margherita Vicario, Gloria! è ambientato in un istituto assistenziale femminile, il Sant’Ignazio, nella Venezia di fine Settecento. Racconta la storia di Teresa, una ragazza con un buon orecchio e una percezione musicale libera, che attraverso la scoperta di un pianoforte riesce quasi a viaggiare nel tempo e a esplorare la dimensione della creatività più pura fuori dai canoni del suo tempo. Insieme ad altre quattro straordinarie musiciste, scavalca i secoli e sfida i polverosi catafalchi dell’Ancien Régime inventando una musica ribelle, leggera e moderna.

Nel cast, accanto a Galatea Bellugi, che interpreta Teresa, ci sono Carlotta Gamba (attrice feticcio dei fratelli D’Innocenzo), Veronica Lucchesi (nota come voce della band La Rappresentante di Lista), Maria Vittoria Dallasta e Sara Mafodda, Elio (di Elio e le storie tese) e Paolo Rossi, nel talare del dispotico Perlina.

Scritto da Vicario, insieme ad Anita Rivaroli, Gloria! può contare sulla fotografia di Gianluca Palma (a cui si deve una lunga collaborazione con Vicario in molti dei suoi video musicali), sulla scenografia di Luca Servino e Susanna Abenavoli, i costumi di Mary Montalto e il montaggio di Christian Marsiglia. Le musiche originali sono di Margherita Vicario e Dade (al secolo Davide Pavanello).

Presentato con successo alla Berlinale 2024 e al Bari Film Festival, Gloria! esce in sala l’11 aprile 2024 con 01 Distribution.

Il 7 maggio parte da Matera il Gloria! Tour 2024 in cui Margherita Vicario riproporrà le sue hit del passato, nuovi brani e diversi assaggi della colonna sonora del film. A Padova, Roma e Brescia, sarà accompagnata sul palco da una band, mentre negli show di Matera, Molfetta e Taranto sarà ospite del’Orchestra della Magna Grecia e a Ravenna, Susa e Cividale Del Friuli dell’Orchestra La Corelli.

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