Kinds of Kindness, l'ultima "favola" di Yorgos Lanthimos, di nuovo con Emma Stone

Con la sua lente provocatoria e beffarda, senza mai fare a meno del suo umorismo spesso disturbante, il regista greco torna a interrogarsi e a interrogarci sui rapporti di potere che si instaurano nelle relazioni tra esseri umani, sottomessi a convenzioni sociali che faticano a riconoscere come tali.

A quanto siamo disposti ad abdicare per sentirci amati? Tra le tante domande sollevate dal nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone, Kinds of Kindness, il quesito che ruota attorno ai rapporti di potere e di forza che si instaurano tra esseri umani resta uno dei più affascinanti, forse per l’impervia possibilità di venirne a capo.

Vessate e vessati dal terrore di non essere accettati, il folle bisogno di essere amati così come siamo, anche a costo di sottometterci al controllo di qualcun altro: quante volte, sul posto di lavoro, in coppia, in un gruppo, abbiamo ceduto volontariamente la nostra libertà?

Come sempre, a Lanthimos non interessa tentare di trovare una via di fuga, una strada per salvarsi, piuttosto preferisce mostrare con una lente leggermente distorta e molto beffarda i mostri generati dalla paura di perdere l’amore di chi amiamo, per spingersi ancora più in là: cosa è davvero amore e cosa invece è un atteggiamento consuetudinario, spesso – molto spesso – dettato da semplici convezioni sociali?

Ti amo perché mi ami e il tuo amore mi tiene al sicuro, con buona pace del libero arbitrio. E ancora una volta, grazie a Yorgos Lanthimos, che in quasi tre ore di film scava nelle viscere fin dove – forse – nessuna seduta di psicoterapia riuscirà mai ad arrivare.

Kinds of kindness di Yorgos Lanthimos con Emma Stone
Margaret Qualley, Jesse Plemons e Willem Dafoe in Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos (Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures)

Perché vedere il nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone

Girato in location, a New Orleans, con illuminazione naturale e costumi contemporanei, Kinds of Kindness non ha nulla dell’esuberante visionarietà del pluripremiato Poor Things!, ma torna piuttosto ai primi lavori del regista greco, fedele al suo stile surreale e spregiudicato, che non teme un istante di annoiare il pubblico.

Dopo le due ore e 44 minuti dei tre atti in cui è composto questo nuovo lungometraggio, chi lo ama non faticherà a  uscire dalla sala con quella consueta dose di domande e di riflessioni condita dell’altrettanto consueto umorismo a tratti spietato e di quel gusto macabro con cui è solito affrontare l’amore, il dolore, il sesso, la morte. Nascere ad Atene, d’altronde, significherà qualcosa, anche se 2500 anni dopo Sofocle.

A spiegare il titolo, Kinds of Kindness (che si può tradurre come “tipi di gentilezza”), ci ha pensato il produttore, Ed Guiney: «Può essere interpretato come: “modi diversi in cui le persone sono gentili l’una con l’altra”. È un titolo giocoso e c’è voluto un po’ per trovarlo, ma fa indubbiamente pensare e spingerà gli spettatori a interrogarsi in modo positivo sul suo significato uscendo dal cinema».

Certo è che la capacità dell’autore greco è ancora una volta quella di farci interrogare sulle convenzioni sociali e mostrarle sotto una luce diversa grazie al suo approccio distaccato, che trova nell’umorismo la sua arma più deflagrante: «Non si può raccontare qualcosa di onesto e importante senza riderci sopra in qualche modo – ha spiegato il regista – È impossibile raccontare una storia che non abbia un po’ di senso dell’umorismo, non importa quanto cupa o drammatica sia. La contraddizione tra il dramma e l’umorismo genera sensazioni interessanti e solleva domande interessanti».

E se sceneggiatura e cast sono fondamentali per tenere l’attenzione sempre vigile, il lavoro dell’autore della fotografia, Robbie Ryan, con le sue inquadrature spesso sghembe e l’uso narrativo del bianco e nero, che entra in campo quando i personaggi raccontano una storia o sognano, per mostrare gli eventi da prospettive differenti, trascina chi guarda in questo ennesimo disturbante lavoro di Lanthimos, che si conferma tra gli autori contemporanei più interessanti e meno banali del panorama cinematografico. Ingrediente magico, secondo Ryan, la predilezione per la pellicola, capace di mettere in evidenza la qualità visiva del film.

Ancora una volta, poi, si distacca da tante e tanti colleghi per un utilizzo della musica accorto e lontano dalla fastidiosa didascalia enfatizzante di molti film odierni: apre con un martellante Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics e lascia poi al musicista inglese Jerskin Fendrix la possibilità di comporre una colonna sonora non convenzionale e spesso abrasiva, fatta di tintinnii dissonanti del pianoforte e accordi fragorosi, fino a intensi pezzi corali.

Lasciamo alle parole di Lanthimos il compito di raccontare il metodo di lavoro di Jennifer Johnson per i costumi: «Gran parte dell’abbigliamento del personaggio di Willem Defoe nella prima storia è basato su Gianni Agnelli, una figura di spicco nella moda degli anni Settanta. Ci siamo ispirati a riferimenti di questo tipo, applicandoli ai diversi personaggi e cercando di farli evolvere da una storia all’altra».

Aneddoti a parte, non stupisce che l’opera di Yorgos Lanthimos abbia altrettanto detrattori di quanti invece ne tessono lodi: anche in questo caso incalza il suo pubblico, lo disturba, in maniera forse più sottile, meno cupa e provocatoria che in film come The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro, gli impone che il dubbio sovrasti la presa di posizione. Per affrontarlo nel modo più sano, forse la strada è quella mostrata da Emma Stone, che ancora una volta gli si è affidata senza remore: è un cammino costellato di fatica, a tratti di sofferenza, ma che non lascia mai come si era all’inizio.

Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos con Emma Stone
Emma Stone e Jesse Plemons in una scena di Kinds of Kindness (Photo by Atsushi Nishijima. Courtesy of Searchlight Pictures)

Scheda di Kinds of Kindness

Yorgos Lanthimos, dopo La favorita e Poor Things!, torna a dirigere la premio Oscar Emma Stone in Kinds of Kindness, presentato in anteprima al 77esimo Festival di Cannes e in sala con Searchlight Pictures dal 6 giugno 2024.

Il film, costato 15 milioni di dollari e girato durante la lunga post-produzione di Poor Things!, è stato accolto a Cannes con un’ovazione di 4 minuti all’interno del gremito Grand Lumiere Theatre. Lanthimos era stato per la prima volta sulla Croisette nel 2009 con il suo secondo lungometraggio, Dogtooth, vincendo il premio Un certain Regard; era tornato con The Lobster, il suo primo film in lingua inglese, insignito del premio della giuria, e poi nel 2017 con Il sacrificio del cervo sacro, ottenendo il premio per la migliore sceneggiatura. L’autore greco è stato membro della giuria nel 2019, guidata quell’anno da Alejandro G. Iñárritu, che aveva assegnato la Palma d’oro a Parasite di Bong Joon-ho.

Favola in tre atti, scritta dallo stesso Lanthimos con Efthimis Filippou (di nuovo alla sceneggiatura di un film del regista greco dopo The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro, Dogtooth), mette in scena un uomo che cerca di riprendere il controllo della propria vita; un poliziotto diffidente del fatto che la persona tornata dopo essere stata dispersa in mare sia davvero sua moglie; una donna in cerca di qualcuno dotato di un’abilità tale da renderlo un leader spirituale.

Accanto a Emma Stone, nel cast ci sono Jesse Plemons (visto da poco in Civil War di Alex Garland), Willem Dafoe e Margaret Qualley, reduci entrambi dal recente Poor Things!, Hong Chau, Mamoudou Athie, Joe Alwyn e Hunter Schafer.

Tra i professionisti dietro la macchina da presa, ci sono l’autore della fotografia Robbie Ryan (per la terza volta al fianco di Lanthimos dopo La favorita e Poor Things!, per entrambi i quali è stato candidato all’Oscar), lo scenografo Anthony Gasparro, la costumista Jennifer Johnson, la makeup department head Jessica Needham, l’hair department head Jennifer Serio, il montatore Yorgos Mavropsaridis .

Kinds of Kindness vede per la seconda volta il coinvolgimento di Jerskin Fendrix per la colonna sonora, dopo Poor Things! (grazie a cui è stato candidato all’Oscar) primo film in cui Lanthimos ha utilizzato un compositore.

Il regista ha già annunciato il prossimo impegno sul set, che lo vedrà di nuovo affiancato da Emma Stone e Jess Plemmons: Bugonia, basato sulla commedia fantascientifica sudcoreana del 2003, Save the Green Planet.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!
  • Camera con vista