Come riporta la stampa, la Camera ha approvato l’ultimo decreto che conferma lo stato di emergenza fino al 31 marzo, ed è stato redatto un calendario ben preciso per la diminuzione progressiva delle regole e per l’uso del Green Pass.

Alcuni speravano che il Green Pass venisse abolito già dal 1 aprile, ma anche se questa proposta è stata bocciata dalla maggioranza le restrizioni diminuiranno già da prima del 31 marzo.

Quali sono, dunque, le regole fino al 1 aprile?

Già dal 10 marzo in cinema, teatri, stadi e locali di intrattenimento si potrà tornare a consumare cibi e bevande: via libera quindi ai popcorn, le bibite, snack e panini in ogni struttura per l’intrattenimento. A confermarlo alla stampa è stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Un’altra novità è che dal 10 marzo si potrà di nuovo far visita ai familiari ricoverati in ospedale, per un limite di 45 minuti al giorno.

Inoltre, già da domenica 20 febbraio la capienza per stadi e teatri potrebbe salire al 75% negli impianti all’aperto e al 60% per quelli al chiuso. Dopo il 1 aprile, la capienza dovrebbe tornare a coprire il 100% dei posti.

L’Aula della Camera ha approvato quest’ultimo decreto in via definitiva, con 331 voti favorevoli, 45 no e 3 astenuti. Appena il testo sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale aumenterà, da subito, la capienza di stadi e palazzetti dello sport. Era stata la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, ad anticipare la direttiva: “Il decreto in conversione prevede il ripristino della capienza precedente, basterà attendere il voto finale e la pubblicazione in Gazzetta, un’operazione che non dovrebbe richiedere più di due giorni” , ha dichiarato alla stampa.

Per quanto riguarda il Green Pass, sono in molti nella maggioranza a chiederne la revoca per alcune attività. Certo è che per avere una risposta definitiva si dovrà attendere fine marzo, ovvero la scadenza dello stato di emergenza.

L’ipotesi al vaglio del Governo, al momento, è un allentamento progressivo dell’obbligo del pass, a partire dal 1 aprile: prima per le attività all’aperto e poi per quelle al chiuso, lasciando per ultime quelle più a rischio come discoteche, piscine e palestre.

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