La sfida a mangiare la patatina più piccante al mondo è arrivata anche in Italia: dopo essersi diffusa negli Stati Uniti, la hot chip challenge sta spopolando tra i più giovani anche nel nostro Paese, in particolare su TikTok.

La challenge consiste nell’ingerire una singola patatina, molto piccante, e poi attendere più tempo possibile prima di bere o mangiare altri alimenti. La singola tortilla viene commercializzata appositamente per questo scopo: è una sola, contenuta all’iterno di una scatola a forma di bara, e viene venduta con guanto nero apposito per maneggiarla. La patatina contiene alcuni dei peperoncini più piccanti al mondo, che cambiano ogni anno.

E proprio questa challenge aveva già fatto discutere oltreoceano, dopo aver causato parecchi danni: ne avevamo parlato a settembre 2023, con il caso di Harris Wolobah, studente americano di 14 anni deceduto dopo aver ingerito una delle patatine in questione.

Ora, un caso simile è avvenuto anche in Italia: “Sono finito in ospedale dopo aver mangiato la patatina più piccante del mondo. All’inizio sembrava tutto bene, poi ho iniziato a stare malissimo”, ha detto il tiktoker Diego Simili il quale, una volta ingerita la tortilla, che nel suo caso conteneva i peperoncini Carolina reaper e Trinidad scorpion, è finito in ospedale accusando effetti collaterali.

@diegosimili

top 3 persone che reggono di piú il piccante in italia:

♬ suono originale - Diego Simili

Claudia Mortali, prima ricercatrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, ha parlato delle social challenge all’Adkronos. In particolare, per quanto riguarda il cibo:

Sono molto diffuse. Ce ne sono tante anche importate dall’America e da altri Paesi. Sono mode e la globalizzazione in questo è fortissima. Basta infatti che i ragazzi vedano il video su TikTok perché superino i confini. Il cibo ha sempre un impatto abbastanza forte, perché la sfida è più facile da fare, per la semplicità del materiale su cui si basa. Si può acquistare qualsiasi cosa e apparentemente sembra meno pericolosa che per esempio buttarsi da un piano alto dentro una piscina. Magari la finalità iniziale di chi entra in queste sfide è quella di far ridere, nella loro idea il rischio non è così grande e si pensa di poterlo tenere sotto controllo. Tutt’al più si pensa di poter avere un disagio momentaneo.

La social challenge non è una dipendenza – dice la ricercatrice – ma è un comportamento sicuramente pericoloso, legato a un uso distorto del cellulare e dei social, e molto connesso a comportamenti di dipendenza”.

Ora, il Nas dei Carabinieri e il ministero della Salute stanno indagando la problematica, anche se, per adesso, non risultano ancora segnalazioni se non l’esposto dell’Unione nazionale consumatori. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute dovrà quindi accertare se questo tipo di prodotto sia un rischio per la salute, se sia conforme alla legislazione per quanto riguarda i prodotti alimentari, e se rispetti le pratiche commerciali corrette.

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