Sul lato di ogni confezione di assorbenti interni si trova di solito una piccola dicitura che indica il livello di “assorbenza” dell’assorbente stesso. Ma cosa pensereste se vi dicessimo che queste diciture potrebbero non essere poi così affidabili?

Un gruppo di ricercatori dell’Oregon Health & Science University ha scoperto che numerosi prodotti per il ciclo mestruale mostrano una capacità di assorbenza significativamente diversa da quella pubblicizzata perché vengono testati con una soluzione salina e non con vero sangue.

La podcaster e content creator Renee Reina ha condotto il suo esperimento sugli assorbenti interni testandone l’assorbenza nel lavandino. Ha scoperto che l’assorbente assorbe perfettamente l’acqua, ma ha molta più difficoltà ad assorbire un detergente cremoso per il viso (che come consistenza è molto simile a quello del sangue mestruale).

“Non sapevano che la consistenza del sangue, soprattutto del sangue mestruale, non è acqua”, ha scherzato Renee. Si è scoperto che i test di laboratorio per gli assorbenti interni sono stati sempre eseguiti in modo errato fin dalla loro creazione. Solo nel 2023 gli studiosi hanno cominciato a testare i campioni con vero sangue.

I risultati portano a pensare che i medici potrebbero sotto-diagnosticare un sanguinamento mestruale abbondante, che può essere un segno di condizioni mediche anche gravi come il cancro all’utero.

Purtroppo, non è ancora chiaro se i ricercatori continueranno a impiegare sangue reale per i test con i tamponi, dato che si sono rilevati rischi associati a questa procedura. “Le frequenti carenze di risorse ematiche negli ospedali rendono difficile giustificare l’impiego di donazioni per scopi diversi dalle trasfusioni”, hanno detto gli esperti. “Inoltre, il sangue è considerato un potenziale rischio biologico, e richiede ai ricercatori che lo manipolano in laboratorio una formazione specifica e l’adozione di precauzioni speciali per operare in sicurezza”.

Inoltre va detto che il sangue, così come quello artificiale, è molto costoso. Una fiala da 10 ml di sangue umano utilizzabile a scopi scientifici costa circa 100-150 dollari.

Questo però non significa che le aziende produttrici di assorbenti non debbano rivedere i loro metodi di ricerca. “Penso che questi risultati costituiscano un’ottima giustificazione per rivisitare il processo di ricerca”, ha detto Candace Tingen, ricercatrice presso il Gynecologic Health and Disease Branch presso l’Istituto nazionale per la salute e lo sviluppo infantile.

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