Il buco dell'ozono si allarga: ora è più grande dell'Antartide

I satelliti del programma europeo Copernicus hanno rilevato una novità allarmante: quest'anno, il buco dell'ozono ha raggiunto un'estensione maggiore dell'Antartide.

Quest’anno, l’estensione del buco dell’ozono è arrivata a una delle dimensioni più profonde e grandi degli ultimi anni: infatti, i satelliti del programma europeo Copernicus hanno rilevato che ad oggi è più esteso dell’Antartide.

A mostrare questi dati è stato il satellite Sentinel 5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus, che viene gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).

I dati sono stati reperiti durante il servizio di monitoraggio atmosferico, il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio.

Una curiosa coincidenza è che questi dati arrivino proprio nella Giornata internazionale per la preservazione dell’ozono, celebrata il 17 settembre di ogni anno.

Seppur simile a quello del 2020, quest’anno il buco dell’ozono si è trasformato in uno dei più duraturi mai registrati“, ha detto Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service.

Il monitoraggio del buco dell’ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che le dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali. Tuttavia ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050“, fa sapere inoltre Antje Inness, del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio.

Il buco dell’ozono si forma ogni anno e raggiunge la sua massima estensione in un arco di tempo che va da metà settembre e metà ottobre.

Tuttavia, quest’anno, dopo una condizione iniziale piuttosto nella norma, è aumentato notevolmente durante la scorsa settimana ed è ora più grande del 75% di tutti i buchi dell’ozono che si sono formati in questo stesso periodo dell’anno dal 1979.

Anche se la grandezza del buco dell’ozono è dettata da molti fattori diversi, ad esempio dal tipo di circolazione e dunque da una variabilità meteorologica interna, è degno di nota che senza il protocollo di Montreal sulla riduzione dei CFC il buco sarebbe potuto essere anche molto più grande.

L’ambiente continua a dare segnali di una sofferenza che non può e non deve essere ignorata.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!