Alan Friedman durante la puntata di Uno Mattina, andata in onda su Rai 1 lo scorso 19 gennaio, ha definito l’ex first lady Melania Trump “una escort“. Il fatto, incommentabile, ha suscitato la giusta indignazione ed è stato ripreso da tutti i giornali, tanto che finirà in Vigilanza Rai dove è stato convocato per il 26 gennaio il direttore di Rai 1 Stefano Coletta.

Friedman, contro il quale si è giustamente scomodato il coro unanime della politica, si è successivamente scusato nel programma di LA 7, L’Aria che tira, di fronte a una Myrta Merlino fin troppo diplomatica: “Da donna ti dico di non usare quella parola”. Queste le parole di scuse di Friedman.

Mi scuso, ho fatto una battuta infelice, di pessimo gusto.

Friedman, però, pare proprio non aver chiaro il concetto. L’uomo si è infatti giustificato dicendo che intendeva dire “accompagnatrice”. Di male in peggio, insomma. Sembra proprio che Friedman non riesca a concepire Melanija Knavs – questo il suo vero nome – come una persona, una donna indipendente dal marito e dal ruolo di moglie, l’unico, a quanto pare, che secondo il giornalista, meriterebbe.

Ma non solo: con questa frase sessista, e i successivi tentativi di scuse, Friedman non si limita a offendere Melania ma anche le escort, che sono donne che comunque lavorano e, come tali, meritano rispetto.

Quello che lascia perplessi è poi l’atteggiamento assunto dai conduttori della trasmissione durante l’infelice siparietto. In particolare, quello della presentatrice Monica Giandotti, come giustamente rileva Valeria Fedeli, capogruppo dem in commissione Vigilanza:

Le risatine di conduttrici e conduttori a battute sessiste non sono compatibili con il servizio pubblico, con il ruolo e la funzione dell’informazione Rai. C’è un dovere alla serietà, al rispetto e alla responsabilità che va esercitato sempre. Se la direzione di Rai Uno pensa che sia sufficiente una nota per dire che la giornalista Monica Giandotti ha stigmatizzato le parole di Friedman, peraltro in ritardo e dopo averle accolte ridendo, evidentemente non ha chiara la gravità dell’episodio. Per restituire dignità e autorevolezza all’informazione targata Rai servono scelte concrete, provvedimenti precisi. Basta chiacchiere!

Ma la condanna, fortunatamente, è stata unanime tra le fila della politica e non si è fatta attendere.

La leader Fratelli d’Italia Giorgia Meloni scrive su su Twitter come sia “surreale che Friedman non si sia scusato immediatamente per le gravi parole pronunciate, aspettando le polemiche per poi dare la sua versione”, lamentando il fatto che “nessuna paladina del femminismo sia intervenuta”, cosa in realtà non vera, dato che le critiche non sono mancate nemmeno dall’altra parte politica, a partire dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini, che tweetta:

 Il linguaggio eccessivo e offensivo, che colpisce soprattutto le donne, è un male di questo tempo che va combattuto.

Perché, nonostante Melania Trump sia emblema di una politica che spesso ha dimostrato poco rispetto nei confronti delle donne, ciò non toglie che quello stesso rispetto comunque le spetti. Viene da chiedersi quando smetteremo di assistere a certe scene e quanto ancora dobbiamo aspettare perché, oltre a ciò, si possa vedere una solidarietà femminile che non diventi complice di quel sessismo becero che parte della società sta cercando di combattere con sempre maggiore impegno.
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