Disastro di Linate, vent'anni dall'incidente aereo con più morti in Italia

A perdere la vita nello scontro tra i due velivoli furono 118 persone. Tra le cause della tragedia, avvenuta l'8 ottobre 2001, una serie di errori umani ed eventi atmosferici avversi. Tante le manifestazioni in ricordo delle vittime.

Era l’8 ottobre 2001 quando, a Linate, avvenne l’incidente aereo con il più alto numero di morti in Italia. A perdere la vita, per lo scontro durante il decollo tra un aereo di linea diretto a Copenaghen e un piccolo Cessna privato in volo per Parigi, furono centodiciotto persone.  Quattro di queste lavoravano in un capannone per lo smistamento dei bagagli, proprio dove cadde poi l’aereo.

Le cause della tragedia sono da imputare ad una serie di eventi diversi: in primo luogo la nebbia. Quella mattina, a Linate, c’era una nebbia consistente. Le operazioni, quel giorno, si svolsero con una visibilità inferiore a 550 metri, cioè quella minima stabilita secondo la legge per poter effettuare il decollo. Oltre ai problemi legati agli eventi atmosferici, ci furono, poi, tutta una serie di errori umani.

Il McDonnell Douglas MD-87 della Scandinavian Airlines attendeva l’ok per il decollo da circa quaranta minuti. Quando gli fu permesso di partire, si ritrovò sulla pista il Cessna Citation CJ2 privato. A bordo di quel piccolo aereo privato c’erano due piloti tedeschi e due industriali italiani, Giovanni Fossati, presidente dell’azienda alimentare Star, e Stefano Romanello, dirigente della Cessna.

Durante il decollo, il Cessna avrebbe dovuto imboccare il raccordo R5, come gli era stato indicato dalla torre di controllo. Ma sbagliò e imboccò, invece il raccordo R6, a destra. Come riporta Il Post, la causa fu in parte la nebbia ma anche e soprattutto, come stabilirono le indagini e poi i processi, le indicazioni sull’asfalto che risultarono fuori norma. Il Cessna si avviò così in direzione sud, e si infilò contromano nella pista dalla quale stava decollando il volo di linea.

L’impatto fu inevitabile e violento. Il Cessna fu spezzato in due parti e i passeggeri a bordo morirono sul colpo. L’aereo di linea, invece, si schiantò contro un capannone dove lavoravano alcuni addetti allo smistamento dei bagagli. Quattro delle persone presenti morirono, un’altra, Pasquale Padovano, rimase gravemente ustionata.

Il ricordo di quella tragedia è ancora vivo. Nella provincia di Varese, e anche in altre città d’Italia, vengono ricordate ogni anno, l’8 ottobre, le vittime di quel terribile incidente. A Samarate e a Cassano Magnago, in particolare, la comunità si è stretta per anni accanto ai familiari dei colpiti, che non hanno mai smesso di chiedere giustizia per i loro cari.

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